Tribune inagibili da 400 giorni: la pazienza dell'Hockey Como è finita

"A soffrire, oltre alla società e alla prima squadra, sono anche i genitori degli oltre 170 bambini del nostro settore giovanile che sono costretti a guardarsi le partite fuori dallo stadio"

Il palazzetto di Casate

Il palazzetto di Casate

Como, 21 gennaio 2018 -  È da più di un anno che le squadre degli sport invernali che gravitano sul palazzetto di Casate sono costrette a giocare a porte chiuse. Per essere precisi dal 14 dicembre 2016 quando Como Servizi Urbani comunicò che le tribune non erano da considerarsi agibili. Quattrocento giorni dopo la pazienza è finita e a chiedere l’immediato intervento del Comune per poter riaprire il palazzetto è l’Hockey Como. «Attendiamo l’ennesima riunione, del 22 gennaio prossimo, per decidere come proseguire – spiega Massimo Paramidani responsabile del settore giovanile della società - Ci sono tanti soci, genitori e bambini che desiderano incontrare il nostro sindaco, durante una seduta del consiglio, per far comprendere meglio la nostra preoccupazione. Non è una minaccia sia chiaro ma un gesto per far capire che a soffrire, oltre alla società e alla prima squadra, sono anche i genitori degli oltre 170 bambini del nostro settore giovanile che sono costretti a guardarsi le partite fuori dallo stadio». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la mancata risposta alla richiesta, avanzata prima di Natale, per consentire l’ingresso, nella parte conclusiva della stagione, e, soprattutto, nel Torneo Internazionale Stefano Gosetto, a 99 spettatori.

«Il 22 novembre scorso abbiamo consegnato una ulteriore Relazione Tecnico Illustrativa, eseguita da un nostro socio architetto che ha riscosso, da parte delle istituzioni una gradita approvazione - prosegue Paramidani - A nulla sono servite le continue telefonate del nostro presidente Ambrosoli all’Assessore allo Sport sig. Galli e al Direttore Generale di CSU rag. Benzoni per capire a che punto erano le pratiche». Persistendo il divieto d’accesso, a rischio è il Torneo Gosetto, che è alla fine di marzo. «Si rischia di dover rinunciare alla festa più importante della nostra società - spiega Paramidani -. Ogni anno vengono bambini e genitori dalla Germania, dalla Francia e dalla vicina Svizzera, entusiasti di giocare il loro sport preferito sulle rive del lago di Como e ci chiedono addirittura di tenere un posto per l’anno successivo. Ad oggi non so ancora cosa rispondere ai loro responsabili.

Basterebbe una firma del sindaco, come è stato fatto nel 2017, in condizioni, oggettivamente peggiori». Altro tema caldo, la situazione degli spogliatoi. «Quest’anno è stato un vero delirio gestire gli allenamenti e le partite con un locale in meno, chiuso per motivi a noi sconosciuti. Grazie all’autofinanziamento di genitori e soci lo avevamo ristrutturato, sostituendo impianti sanitari, docce e riverniciatura. Spero che i lavori, che partiranno inderogabilmente ad aprile, ci restituiscano uno stadio decente e funzionale per le nostre attività. Sarebbe interessante che le società che operano nella struttura di Casate vengano almeno coinvolte per chiarire le priorità e ottimizzare gli spazi». E senza pubblico le società degli sport su ghiaccio rischiano il profondo rosso e sono pronte a chiedere i danni a Palazzo Cernezzi.