Hacker truffano concessionaria di auto di lusso

La Polizia Postale di Brescia ha sventato una truffa informatica che proponeva auto di lusso a prezzi vantaggiosi. Due hacker italiani sono stati identificati e denunciati dopo aver tentato di frodare una concessionaria per 400.000 euro.

Hacker truffano  concessionaria  di auto di lusso

Hacker truffano concessionaria di auto di lusso

Li hanno “adescati” proponendo un imperdibile affare: l’acquisto di auto di lusso a prezzi se non stracciati, certo assai vantaggiosi. Ovviamente era una truffa - una truffa informatica, nello specifico - che la Postale è riuscita a sventare in tempo, arginando i danni e recuperando tutti i soldi, circa quattrocentomila euro. Protagonisti della frode, due hacker italiani, identificati e denunciati.

I malviventi, utilizzando la tecnica del phising, avevano contattato via email una nota concessionaria di autovetture di pregio di Brescia proponendo una vendita di un lotto di mezzi molto conveniente. Credendo di avere a che fare realmente con la multinazionale del settore, i titolari della concessionaria si sono fatti allettare dalla proposta. Prima hanno intrapreso uno scambio di email e poi di telefonate, finché i finti operatori, definiti tutti i dettagli della vendita, hanno fornito l’Iban sul quale dirottare la somma concordata. E gli imprenditori hanno pagato, effettuando tre bonifici del valore di 66mila, 78.500 e 287mila euro. Tra un pagamento e l’altro però le vittime hanno iniziato a nutrire qualche dubbio, tanto più che le consegne della merce apparivano in ritardo. Quindi hanno pensato di rivolgersi alla Polizia. Gli agenti esperti in cyber sicurezza ci hanno messo poco a capire di essere in presenza di truffatori: le verifiche sugli indirizzi email forniti dai sedicenti operatori e sul sito utilizzato dagli stessi - in realtà fasullo - hanno dato conferma del sospetto. Grazie alla collaborazione degli istituti bancari, i poliziotti hanno disposto un sequestro preventivo d’urgenza della somma di tutti e tre i bonifici, ossia 430mila euro. Lasciando a bocca asciutta i truffatori, che quando hanno provato a fare dei prelievi hanno trovato il conto vuoto. L’indagine, intanto, continua. B.Ras.