Gravedona, umilia gli alunni: chiesto il rinvio a giudizio per la maestra

Minacce, urla e strattoni nei confronti di sei bambini di otto anni

In tribunale a Como

In tribunale a Como

Gravedona (Como), 8 marzo 2019 – Minacce, strattonamenti, urla continua verso gli allievi, manate in testa e umiliazioni. Per un mese, le condotte di Giuseppina Occhionero, 59 anni di Gravedona, maestra elementare in una scuola del comasco, sono state monitorate dai carabinieri di Menaggio, dopo aver ricevuto la segnalazione dei genitori di uno dei bimbi finiti nel mirino dell’insegnante. Ora il sostituto procuratore di Como Antonio Nalesso ha chiesto il rinvio a giudizio della donna, accusandola di maltrattamenti nei confronti di sei bambini di 8 anni. Per un mese, i carabinieri hanno man mano annotato come si rivolgeva ai ragazzini, quante volte gli metteva le mani addosso, li strattonava.

Atteggiamenti ritenuti particolarmente aggressivi, come il 7 marzo, quando avrebbe afferrato con una mano la testa di un bimbo, «scuotendola energicamente» convinta che avesse sbagliato il compito, salvo poi rendersi conto che non c’erano errori e chiedergli scusa. A un altro bimbo, rimproverato per come usava la colla, avrebbe gridato: «Dov’è quella di ricambio? Va messa nello zaino… Tu ascolti la mamma o la maestra… decido io o decide lei?». Sempre il 7 marzo, avrebbe afferrato per le braccia un allievo, strattonandolo e urlandogli contro perché alla fine della scuola si era messo a correre, pizzicandolo fino a farlo esclamare per il dolore. In un’altra occasione, si sarebbe scagliata contro un bimbo che stava facendo il lavoretto per la festa del papà, come i compagni, dicendogli che non doveva farlo: «Ce l’hai il papà? Io non l’ho visto… dov’è tuo papà… perché dici che è a casa? Tu questo non lo fai perché non ce l’hai il papà!».

Ma gli episodi contestati di aggressione verbale e fisica ai bambini, si ripetono: sono più di trenta quelli riscontrati dai carabinieri e trasmessi in Procura, finiti ora nel capo di imputazione. A metà marzo la maestra, controllando il compito svolto da una bimba, l’avrebbe tirata per un braccio e poi spinta, perché la casa da lei disegnata aveva due finestre e non quattro: «Tutto questo tempo e nei hai fatte due… non ne posso più di te! Tutto sbagliato!». A un altro bimbo, che aveva sbagliato a colorare, la Occhionero avrebbe preso la giacca appoggiata sulla sedia scagliandola a terra, per poi avvicinarsi alla faccia e gridare. Ora la donna, assistita dal suo avvocato, Alberto Gerosa, dovrà decidere come difendersi.