Gogna social a Gravedona: "Prendiamo e pestiamo questi tre ladri". Ma sono innocenti

Como, sulla pagina Facebook della cittadina vengono pubblicate le foto di un gruppetto di amici dell’Est Europa. Scatta la psicosi collettiva. Tutto falso, eppure non basta. "Subito le ronde per fermare i furti"

Il trio di amici nelle strade di Gravedona ed Uniti: la foto è stata postata su Facebook

Il trio di amici nelle strade di Gravedona ed Uniti: la foto è stata postata su Facebook

Gravedona ed Uniti (Como) - È bastato un cappuccio della felpa calato sulla testa. Quattro passi in giro per il paese assieme ai suoi due amici e una maglia scura con il cappuccio che gli copriva un po’ il volto. Quella faccia che nessuno conosceva a Gravedona, e che subito è stata associata ai possibili ladri che nei giorni prima di Natale avevano commesso alcuni furti in abitazione in Alto Lago. Senza nessun indizio, o elemento concreto, senza un sospetto reale.

La gogna social si è scatenata in poche ore alla vigilia di Natale, con tanto di foto scattate al gruppetto dei tre amici, perfettamente visibili e riconoscibili, e pubblicate sul gruppo di Facebook “Sei di Gravedona se…”, quasi 3.000 iscritti. "Oltre a rubare nella case alla vigilia del Natale – scrive l’autrice del primo post – anche presi in giro, perché girano bellamente sulla Statale. L’unica è fare le ronde, prenderli e farli pentire di essere nati… Uno di loro lavora pure come infermiere, quanto siamo messi male…?". Ma l’unica verità di questo attacco, stava nell’ultima frase. I ragazzi sono stati controllati due volte dai carabinieri: un infermiere, suo fratello venuto in visita per le vacanze, e un amico. Nessun precedente, nessun comportamento sospetto, ragazzi dell’Est con una vita stabile, un lavoro, perfettamente integrati. Che per ore sono stati tallonati e fotografati mentre si muovevano per Gravedona, prendevano il battello per fare una gita, camminavano ridendo sul marciapiede in pieno giorno, nel luogo in cui vivono. Ormai bollati da tutti come ladri di appartamento. "Sono al battistero… ora sono quasi al rondò…".

Nel frattempo , alle loro spalle, si scatenava un attacco sempre più ingestibile. "Organizziamo un gruppo di fuoco, mettiamo 5 o 6 macchine e giriamo di continuo finché non li prendiamo". E poi la paura crescente: "Da che parte stanno andando?", chiede una donna, e un’altra: "Appena li vedete picchiateli, si va a letto con il terrore, anche per anziani e bambini… le forze dell’ordine hanno le mani legate, si sa….". Uno dei ragazzi, quello con la felpa scura, viene anche ripreso mentre esce da un condominio, e quelle immagini vengono subito pubblicate, indicate come prove: "Come fanno a dire che non ci sono prove – dice l’ennesimo commento lapidario – le foto non sono abbastanza?". Ma in quel condominio non era stato commesso nessuno furto: semplicemente, il ragazzo era andato a trovare la sua fidanzata, che abita lì. Dopo ventiquattr’ore di delirio, le foto e i post vengono improvvisamente cancellati, sostituiti da un intervento durissimo dell’amministratore della pagina, che diffida tutti dall’accusare di reati persone di cui non si conosce nulla. La reazione è istantanea: i commentatori più scatenati aprono subito un’altra pagina, che in poche ore raccoglie decine di iscritti per tenersi reciprocamente informati su furti e avvistamenti di ladri, e subito "Giustizia privata" è il primo commento.

Mentre sui social piovono commenti, a Bellagio alcuni carabinieri intercettano un’Alfa Romeo Stelvio la cui targa era stata segnalata sui luoghi di alcuni furti avvenuti nei giorni scorsi tra Alto Lago e Triangolo Lariano, inserita in banca dati. Ladri veri, in questo caso, su cui pendevano segnalazioni fondate e indagini in corso: cercano di fermarli, sono in quattro e riescono a scappare. Abbandonano l’auto, e nel bagagliaio vengono trovati attrezzi da scasso e la vera targa dell’auto, che era stata sostituita con quella rubata a un altro veicolo.