Un’esposizione che, attraverso una selezione di cinquanta opere, ripercorre l’intera carriera di una delle rappresentanti più importanti dell’astrattismo italiano: Carla Badiali. Dal 20 gennaio, inaugurazione alle 19, al 15 marzo, la mostra "Geometria e poesia", è aperta al pubblico alla galleria M77 di via Mecenate 77 a Milano, curata dallo storico e critico dell’arte Luigi Cavadini. La retrospettiva ripercorre l’intera carriera della Badiali, lungo sei decenni di attività, dalla prima metà degli anni Venti fino alla fine degli anni Ottanta, fin da subito inserita nel "Gruppo Como", vivace fucina del dibattito artistico e di confronto con gli astrattisti milanesi riuniti attorno alla Galleria del Milione, in un momento in cui le donne avevano una posizione molto marginale, ma forte del sostegno dell’astrattista Manlio Rho, una delle figure di riferimento, assieme a Mario Radice, della forte esperienza artistica che ha caratterizzato l’ambiente culturale comasco di quegli anni.
Nata a Novedrate del 1907, scomparsa nel 1992, è una delle poche a poter essere inquadrata nell’ambito di quella che Lea Vergine definì "l’altra metà dell’avanguardia" sottolineando l’apporto dato dalle donne all’evoluzione della pittura italiana nella prima metà del secolo scorso. Il percorso espositivo si apre con la fase legata alla figura, riconducibile al periodo tra 1925 e 1932, tra cui spicca il delicato Autoritratto del 1926, un pastello colorato su carta, e prosegue con il suo ingresso nell’ambito dell’arte astratta, tra il 1932 e il 1934, benché come lei stessa ha più volte sostenuto "non sono mai passata da un periodo figurativo a uno astratto. Ho cominciato subito con le composizioni astratte". Esemplari degli anni tra 1930 e 1940, sono le "Composizioni", dove elementi di libera geometria, esaltati da una attenta e precisa scelta di colori, s’inseriscono in uno spazio virtuale. È questo il periodo che segna la sua prima affermazione sul palcoscenico dell’arte pubblica, dapprima con l’adesione al gruppo Valori Primordiali, e poi al Gruppo Primordiali Futuristi, che portò al manifesto e alla denominazione definitiva di Gruppo Primordiali Futuristi Sant’Elia.
La mostra, a trentacinque anni dall’antologica tenuta Como nel 1990, si chiude con un rapido excursus sull’astrattismo comasco e sui suoi esponenti che per tutta la vista hanno continuato una ricerca in ambito astratto, da Manlio Rho a Mario Radice, da Aldo Galli a Carla Prina ad Alvaro Molteni. Aperto da martedì a sabato dalle 11 alle 19, info sul sito www.m77gallery.com.
Paola Pioppi