Gara di solidarietà tra gli islamici: "Lo dobbiamo ai nostri fratelli"

A Palazzolo sull'Oglio, il pellegrinaggio alla macelleria islamica continua nonostante la tragedia. La comunità si unisce nel lutto e nella raccolta fondi per le vittime. Restano incertezze sul ritorno dei corpi e sul supporto pubblico.

Gara di solidarietà tra gli islamici: "Lo dobbiamo ai nostri fratelli"

Gara di solidarietà tra gli islamici: "Lo dobbiamo ai nostri fratelli"

A Palazzolo sull’Oglio il lento ma costante pellegrinaggio verso la macelleria islamica di via Sarioletto non si ferma, anche se ora la presenza dei giornalisti non è più gradita e si chiede di lasciare spazio al lutto ed eventualmente a sostenere la raccolta fondi in corso. Il proprietario nel negozio, zio della più giovane delle vittime, chiede rispetto e silenzio di fronte all’immane tragedia che ha colpito la sua famiglia e la comunità marocchina e mussulmana palazzolese.

"Tutti lasciano qualcosa – dice Said, 52 anni, a Palazzolo da 17, due figli – ma sono pochi euro. Si lavora tanto per guadagnare poco. Facciamo tutti quel che possiamo per aiutare a far tornare i nostri quattro fratelli a casa dove potranno essere pianti dai parenti".

"Vorrei fare di più – dice Mohammed, che ha lasciato dieci euro – ora sono a casa dal lavoro, ma l’ultimo mese ho guadagnato 700 euro e non ho nemmeno ricevuto la busta paga. Adesso sto cercando un nuovo impiego, più sicuro anche dal punto di vista della sicurezza".

Anche all’associazione “Al Ikram“ continua la raccolta fondi. Si tratta di un sodalizio vivace e ben inserito nella comunità, che gestisce una scuola di arabo e si preoccupa dei problemi dei connazionali. Al momento non vi sono certezze. Non si sa nemmeno se i corpi faranno ritorno a Palazzolo. E non si sa nemmeno se gli enti pubblici potranno dare il loro sostegno alle vittime, anche perché restano da chiarire diversi fattori. Uno, forse due, è sicuramente senza permesso di soggiorno, un altro era senza fissa dimora, un altro era appena arrivato in paese e il più giovane era ospite di parenti, mentre un altro ancora si era appena trasferito a Chiuduno.

Le famiglie non sempre sono in Italia e quindi per il momento non vi sono certezze. Intanto anche a Brescia ieri i lavoratori hanno incrociato le dita in segno di rispetto ai colleghi morti a Firenze e per chiedere maggiore sicurezza. Martedì sera è stato recuperato il corpo dell’ultima vittima, riportato alla luce grazie a uno speciale mezzo dei vigili del fuoco.

Mi.Pr.