Blevio, la statale Lariana più sicura con il progetto anti-alluvioni

Fondi stanziati dall'Europa: previsti interventi per un importo di oltre due milioni che serviranno a proteggere la strada che collega il capoluogo a Bellagio, soggetta a frequenti interruzioni

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Ha deciso di mettere in sicurezza la Statale Lariana la Provincia di Como, che ha approvato un progetto di fattibilità per interventi da oltre 2 milioni che serviranno a difendere la strada che collega Como a Bellagio dalle alluvioni e rischi idrogeologici. Una risposta a quel che è accaduto negli ultimi 2 anni, in particolare a Blevio dove più volte, soprattutto in estate, la strada è rimasta interrotta per colate di fango e detriti. I lavori interesseranno Torno, Faggeto Lario, Pognana, Nesso, Lezzeno, Bellagio e Blevio dove a sua volta l’amministrazione comunale attraverso i fondi del Next Generation Eu vuole mettere in sicurezza le valli e i torrenti. In programma opere di stabilità dei pendii, in particolare la posa di reti paramassi in tratti più vulnerabili e la manutenzione degli apparati di sicurezza esistenti, la riparazione e il rinforzo di muretti e parapetti.

"Queste opere non possono risolvere definitivamente le problematiche evidenziate dai rilievi - mette le mani avanti la Provincia con il presidente Fiorenzo Bongiasca - ma possono offrire una prima mitigazione dei rischi temuti, facendo da punto di riferimento rispetto agli impegni economici futuri". Tra Como e Blevio si procederà alla riparazione delle barriere para massi e alla loro integrazione con reti di aderenza chiodate, per proteggere la strada dalla caduta di sassi presenti sulle scarpate a monte e sopra le gallerie. A Torno le reti chiodate verranno posate nel tratto a valle della Regina e più a valle, verso Faggeto, si procederà con la manutenzione della barriera para sassi esistente. Gli interventi di messa in sicurezza proseguiranno fino al Ponte del Diavolo, all’ingresso di Bellagio. Ci sarà da lavorare parecchio, a giudicare dalle immagini registrate dal drone che ha sorvolato l’intera costa documentando lo stato di abbandono in cui versa questa sponda. "I rilievi e il rapporto fotografico documentano un locale elevato stato di usura dei presidi passivi a protezione della caduta sassi, le barriere e le reti di aderenza chiodate - si legge nella relazione della Provincia -. Occorrerà intervenire dove le scarpate risultano esposte all’erosione superficiale dovuta al ruscellamento delle acque o a fisiologici fenomeni di degrado per l’azione degli agenti atmosferici. Inoltre si dovrà alleggerire il versante dalla vegetazione in cattivo stato di salute". Nero su bianco quello che tutti sapevano: la montagna è stata abbandonata per troppi anni e occorre correre ai ripari. Il rimedio non sarà indolore: durante i lavori il traffico subirà rallentamenti. Come sta accadendo sull’altra sponda del lago per i lavori per la Variante della Tremezzina.