FEDERICO MAGNI
Cronaca

Erba, il falco pellegrino spicca il volo dalla Valle Bova

Quattro piccoli sono cresciuti indisturbati in questi mesi fra le pareti del Buco del Piombo grazie ai loro angeli custodi che hanno sorvegliato la nidiata tutti i giorni. Ora volano fra le correnti delle Prealpi lombarde

Il falco pellegrino con i piccoli fotografati da Gianni Castelletti

Erba, 31 maggio 2016  - Hanno finalmente spiccato il volo e sono ormai padroni delle correnti ascensionali che spirano sulle Prealpi Lombarde i quattro piccoli di Falco Pellegrino cresciuti protetti fra le pareti del Buco del Piombo in questi mesi. Il delicato rapace, re della Valle Bova, angusta e selvaggia gola che si apre poco sopra la città di Erba, deve la sua esistenza agli angeli custodi che in tutto questo tempo hanno sorvegliato il loro nido in modo che nessuno disturbasse la cova delle uova. Sono gli agenti della polizia provinciale di Como che hanno seguito la nidiata, insieme a Gigi Luraschi e Gianni Castelletti della Lipu di Como che hanno documentato nel dettaglio con immagini magnifiche (più di quattromila) per la prima volta tutta la vita della nidiata.

«Per fortuna è andato tutto bene e ora possiamo tirare un sospiro di sollievo. Tutti, a partire dagli scalatori che frequentano le pareti del Buco del Piombo, si sono comportati benissimo e sono stati alla larga dal nido - spiega Gianni Castelletti, autore degli scatti dei piccoli di Falco Pellegrino -. È fondamentale controllare che nessuno disturbi la covata. Basta una sola volta e si rischia che la coppia abbandoni le uova per sempre. Più si sentono tranquilli, più siamo sicuri che l’anno successivo torneranno a nidificare in zona, anche perché da diverso tempo la stessa coppia ha scelto la Valle Bova come suo habitat». Gli agenti della polizia provinciale e i volontari della Lipu sono saliti praticamente tutti i giorni in Valle Bova per scrutare con i binocoli il nido che quest’anno è stato costruito dalla coppia di falchi in un luogo un po’ insolito rispetto agli altri anni, nei pressi di una “sosta” di una delle celebri vie di arrampicata che si trovano in valle, a più di cento metri da terra. Erano vent’anni che non tornava in quel luogo.

«Questa volta siamo riusciti a catturare con l’obiettivo anche il momento in cui i piccoli hanno deciso di fare il primo volo - continua Castelletti -. Sono attimi decisivi per i piccoli che devono affrontare il salto nel vuoto prima di librarsi in volo. Se vengono spaventati o disturbati si buttano prima del tempo e muoiono». Ora i quattro piccoli nati dalla coppia di falchi sono già esperti. Per qualche mese vivranno in Valle Bova, poi gli stessi genitori li costringeranno ad andarsene e dovranno trovare nuovi habitat. 

Non ci sono solo gli scalatori, ma sono soprattutto i bracconieri a rappresentare una minaccia per il Falco Pellegrino della Bova. È per questo motivo che dagli anni Novanta in poi il rapace, padrone indiscusso della valle, viene sorvegliato a vista per tutto il tempo della nidiata. «Succede un po' in tutta Italia, ci sono persone che sono interessate alle uova di questi rapaci per utilizzarli nella falconeria - spiegano gli agenti della Polizia provinciale di Como che da anni osservano il falco a Erba -. Al momento della schiusa delle uova i pulcini si affidano a chi li accudisce. Ecco perché puntano alle uova, prima che si schiudano, per riuscire ad ammaestrarli». La prima ordinanza che vieta di frequentare le pareti del Buco del Piombo nel periodo della riproduzione del Falco Pellegrino risale al 1996 e fu firmata dall’allora sindaco di Erba Filippo Pozzoli. Da quel momento ogni anno si ripete il rituale e gli scalatori, che frequentano sempre di più le belle e strapiombanti pareti della Valle Bova, si tengono volentieri alla larga. Quest’anno un’ordinanza del genere è stata fatta anche per proteggere una coppia di allocco, con i loro piccoli, che ha deciso di fare il nido proprio nel bel mezzo di una delle vie di arrampicata della falesia del Tramonto.