"Due teste in una", Taroni è sana di mente

Lomazzo, sarà una guerra di perizie davanti ai giudici della Corte d’Appello dopo il responso del perito nominato dalla Corte

Migration

di Gabriele Moroni

"Faccia conto che non era più una testa che pensava erano due teste (la mia e di Cazzaniga)". In una frase pronunciata in uno dei tre colloqui con il perito Laura Taroni sintetizza il carattere simbiotico del rapporto con il suo compagno Leonardo Cazzaniga. È prevedibile che sarà una “guerra“ di perizie davanti ai giudici della seconda Corte d’Assise d’appello di Milano. È sana o inferma di mente Laura Taroni, l’ex infermiera di Lomazzo condannata a trent’anni di reclusione per l’omicidio del marito Massimo Guerra e della madre Maria Rita Clerici? Sana di mente, è il responso venuto dal perito nominato della Corte, Franco Freilone, psichiatra forense e psicoterapeuta, docente di psicologia clinica all’università di Torino (uno degli esperti che svolsero per l’esame di Anna Maria Franzoni per il delitto di Cogne). È l’inchiesta “Angeli e demoni“ della procura di Busto Arsizio ed è la storia della coppia formata da Laura Taroni e del suo compagno del tempo, Leonardo Cazzaniga, lei infermiera e lui aiuto primario nello stesso pronto soccorso del presidio ospedaliero di Saronno.

La donna riconosciuta colpevole in primo grado di due omicidi in famiglia, il medico condannato all’ergastolo per quelli di dieci pazienti in corsia e per le morti di Massimo e Luciano Guerra, rispettivamente marito e suocero di Laura Taroni. Tutti provocati, secondo l’accusa con farmaci in sovradosaggio somministrati in rapida successione. Laura Taroni è capace di intendere e di volere e lo era anche all’epoca dei reati che le vengono contestati. Il perito incaricato dalla Corte riconosce disturbi della personalità di carattere isterico. Queste anomalie non sono però tali da incidere sulle facoltà mentali della donna. Diverse le conclusioni alle quali è giunto il consulente nominato dai difensori, Monica Alberti e Cataldo Intrieri. Secondo Nicola Poloni, psichiatra dell’ospedale di Circolo di Varese e riceratore dell’università dell’Insubria, queste anomalie hanno inciso profondamente sulla Taroni. Il difensore Intrieri ha lasciato l’aula con una dichiarazione fortemente polemica: "È nullo il controesame del perito perché mi è stato impedito di fare domande critiche sulla correttezza della metodologia adottata, per il contenuto stesso della perizia e per le modalità con cui sono riportate in corsivo le dichiarazioni che la Taroni aveva fatto al perito, che in realtà non sono registrazioni ma appunti presi dal perito. A questo punto temo che l’esito del processo sia scontato. Valuterò con la mia cliente se è il caso di continuare nella difesa".