Como, costringeva la figlia a digiunare: accusata di maltrattamenti

Concluse le indagini sul caso della madre che ossessionava la ragazza: "Guarda il peso stamattina, sei 51.2, eri 49 la settimana scorsa…"

La ragazza aveva chiesto aiuto a una zia

La ragazza aveva chiesto aiuto a una zia

Como, 21 novembre 2019 - Passati di verdure, insalata e carote. Pochissima frutta, perché lo zucchero avrebbe fatto ingrassare della figlia sedicenne. Vessazioni, insulti, restrizioni continue, percosse, con lo scopo di mantenere costantemente il peso della figlia al di sotto dei 47 chili, nonostante la sua altezza superasse il metro e settanta. Condotte maltrattanti, secondo la Procura di Como, che ora ha chiuso le indagini nei confronti di una donna di 49 anni, accusata di aver costretto la figlia, fino a un anno fa, a mantenere un regime alimentare inappropriato e insufficiente, che l’avrebbe portata a essere «gravemente sottopeso», al punto da avere ricadute sulla sua salute.

La ragazza, nel tentativo di sottrarsi a questo regime estremo, cercava cibo di nascosto, e chiedeva aiuto ai parenti. Era stata una zia a documentare ciò che accadeva e a sporgere denuncia alla Squadra Mobile della polizia, scattando foto che evidenziavano le conseguenze fisiche che la ragazzina subiva quando il suo peso sforava anche solo di pochi grammi la soglia del 50 chili. Stremata dai continui attacchi della madre, la sedicenne aveva anche registrato alcuni sfoghi, che avvenivano ogni giorno, quando veniva obbligata a salire sulla bilancia: «Fai schifo, sei brutta lo vuoi capire – le dice la madre - non ti vedi le cosce e i polpacci… ti viene la faccia come un criceto… ma ti specchi?».

O ancora: «Guarda il peso stamattina, sei 51.2, eri 49 la settimana scorsa… hai preso un chilo in una settimana, non in un mese o cinque mesi… tu a fine ottobre arrivi a 54 se non di più…». Un anno fa la donna era stata raggiunta da una misura cautelare di allontanamento da casa, fino all’incidente probatorio, nel quale la ragazza aveva ulteriormente confermato la sequenza di aggressioni subite, dalle quale era invece esente il fratello più piccolo: non solo insulti, ma anche percosse assestate con grucce appendiabito o con cavi elettrici. Ora la donna ha ricevuto dal sostituto procuratore Massimo Astori l’avviso di conclusione delle indagini, con la formalizzazione dell’accusa