Coronavirus ad Albese, focolaio nella casa di riposo. Lo sfogo: "Lasciati soli"

La struttura è riuscita a reperire i tamponi per coloro che manifestavano evidenti sintomi di contagio, riuscendo così a individuare 45 ospiti positivi

La casa di riposo di Albese

La casa di riposo di Albese

Albese con Cassano (Como), 31 marzo 2020 - È da giorni che i sindacati segnalano l’emergenza coronavirus nelle Rsa del territorio, dove gli anziani muoiono per le polmoniti bilaterali ma siccome nessuno li ha sottoposti a tampone alla fine sfuggono dalle statistiche del coronavirus. Un dramma dentro il dramma che oltre ai familiari coinvolge il personale sanitario e soprattutto le Oss, lasciate ad occuparsi dei nonni con il Covid spesso senza i più elementari presidi di sicurezza. Un po’ quello accaduto in questi giorni alla Villa San Benedetto Menni di Albese con Cassano, residenza sanitaria per anziani, disabili dove sono più di cinquanta le persone positive al coronavirus.

«Villa San Benedetto dispone di 250 posti letto e conta su oltre 330 tra dipendenti e collaboratori - spiega la direzione in una nota dopo che il sindaco, Carlo Ballabio, aveva invocato tamponi per tutti gli ospiti e i dipendenti di fronte all’emergenza sanitaria - Alla data odierna, nonostante le mancate risposte da parte delle Istituzioni, la struttura è riuscita a reperire i tamponi per coloro che manifestavano evidenti sintomi di contagio. Si sono così individuati al nostro interno 45 ospiti positivi al virus che sono stati prontamente isolati in nuclei dedicati. Le misure di sicurezza e la chiusura totale della struttura ci permettono però di dichiarare con fermezza che sia stata presa ogni misura possibile per la tutela di coloro che, per evidenti motivi lavorativi, ogni giorno accedono a Villa San Benedetto Menni». Il rischio di contagio è alto anche per i dipendenti, anche se attualmente solo tre collaboratori esterni sono risultati positivi al tampone.

«Si tratta di persone che non frequentano la struttura da oltre un mese invece risultano positivi ma in buone condizioni fisiche». I casi nelle rsa ormai non si contano, all’Istituto geriatrico Giuseppina e Costantino Frisia di Merate che dipende dall’Istituto Pio Albergo Trivulzio di Milano ad oggi sono morti già 36 ospiti e diversi operatori sanitari sono risultati positivi: nella camera mortuaria non c’è più posto e ieri anche la mensa è stata trasformato in una camera mortuaria.

In una Rsa di Brivio invece il sindaco Federico Airoldi e il prefetto Michele Formiglio hanno inviato i carabinieri del Nas per verificare che sia tutto in regola come poi è risultato nonostante i troppi decessi. A Como dopo diverse sollecitazioni arrivate nei giorni scorsi l’Asst Lariana sta valutando la possibilità di riaprire l’ex-ospedale Sant’Anna creando posti letto da mettere a disposizione dell’emergenza coronavirus. «Abbiamo individuato tre edifici in grado di ospitare complessivamente settanta pazienti a cui viene indicata una permanenza a casa per limitazioni nazionali, in isolamento domiciliare fiduciario o obbligatorio posti nelle condizioni di non poterlo realizzare efficacemente al proprio domicilio - spiega il direttore generale, Fabio Banfi – Pazienti che necessitano di un livello assistenziale di bassa soglia».