Con la crisi internazionale più “lavoro” per i passatori

Nel corso dell’estate i numeri sono cresciuti come nell’emergenza 2017

Migration

La misura dell’instabilità internazionale e della crisi economica può essere misurato anche dal ritorno, alla frontiera tra Italia e Svizzera, del fenomeno dei passatori. Non semplici contrabbandieri, ma trafficanti di essersi umani parenti prossimi degli scafisti che lungo la rotta del canale di Sicilia, su gommoni e barchini stipati all’inverosimile, conducono i migranti in un viaggio verso le coste dell’Italia che spesso si conclude con la morte.

Il viaggio attraverso la Svizzera, che non è mai la meta, bensì la tappa obbligata per raggiungere il Nord Europa, avviene di solito in maniera meno cruenta su auto private o furgoni, passando dai valichi non sorvegliati e approfittando delle strade secondarie. La polizia cantonale ticinese ha confermato che al confine sud nel corso delle ultime settimane c’è stato un incremento del fenomeno dei passatori, recentemente nel Mendrisiotto sono stati effettuati alcuni fermi di cittadini stranieri nella maggior parte dei casi si tratta di piccoli gruppi di persone che viaggiano insieme al presunto passatore.

Nel corso dell’estate, sempre secondo i dati della Cantonale, i tentativi di attraversare la frontiera in maniera illegale sono aumentati tornando ad avvinarsi a quelli registrati nel corso del 2017, in piena emergenza migranti. Nelle scorse settimane a Nivaldo è stato fermato un furgone con a bordo 23 persone, stipate in uno spazio di cinque metri quadri, dopo un viaggio che era iniziato passando dal valico di Ronago. Chi tenta di entrare in Svizzera qualche volta utilizza anche il treno, anzi negli anni scorsi gli incidenti più gravi hanno interessato proprio alcuni migranti irregolari che alla stazione di Como erano saliti sul tetto dei Tilo diretti verso il Canton Ticino, convinti di riuscire a eludere i controlli.

Un paio di loro sono morti folgorati nel passaggio nel tunnel ferroviario di Chiasso, così da allora non si ha notizia di ulteriori tentativi. Chi tenta la traversata preferisce comprare un passaggio in auto o in furgone, a non meno di mille euro con il rischio di essere fermato e rispedito di nuovo in Italia.

Roberto Canali