
Carabinieri in azione sul territorio comasco
"Assolto per non aver commesso il fatto": Rafael Reina Cordova, 45 anni di origine venezuelana, domiciliato a Cantù, non ha potuto trattenere le lacrime quando il presidente del Tribunale Collegiale di Como ieri ha pronunciato quelle poche parole. Mettendo fine a un incubo iniziato a marzo 2019, quando una ragazza lo aveva incrociato per strada e indicato con l’uomo che tre giorni prima l’aveva aggredita e violentata. Un’accusa che a Reina è costata quasi un anno di reclusione in custodia cautelare, e una misura di limitazione della libertà con obbligo di firma ancora in vigore, revocata solo ieri dai giudici. La violenza era avvenuta la sera del 10 marzo 2019, in piazza Grimoldi in centro a Como: la vittima, che all’epoca aveva 23 anni, era stata bloccata poco dopo la una di notte, minacciata e ferita con una bottiglia di vetro rotta, immobilizzata mentre subiva una serie di abusi sessuali, terminati solo quando si era accasciata a terra.
Era finita in ospedale, medicata e dimessa, aveva sporto denuncia raccontando i dettagli di ciò che le era accaduto, e tutto quello che si ricordava di quell’uomo. La corporatura, gli abiti che indossava, e soprattutto le mani. Poi aveva visto Reina Cordova tre giorni dopo vicino al Tempio Voltiano, facendolo arrestare dalla polizia, nella certezza che fosse il suo aggressore. Ma l’uomo fin da subito, e per i tre anni successivi, l’uomo ha ribadito la sua innocenza, cercando di fornire un alibi, che non aveva però ottenuto riscontri sufficienti a farlo scagionare. Fino all’assoluzione arrivata ieri. "Abbiamo sempre creduto nell’innocenza, per questo abbiamo scelto di affrontare il processo sapendo di essere giudicati da un Collegio attento che avrebbe valutato con cura tutti gli elementi che abbiamo cercato di portare in aula – ha commentato il suo avvocato, Antonio De Spirito – E’ certamente accaduto qualcosa di estrema gravità quella sera, ed è necessario individuare il colpevole, che però non è mio assistito".