
La nuova tecnologia a disposizione dei malati del Valduce
Como, 13 maggio 2016 - Le suore che girano nei reparti ci sono ancora, ma da un paio di mesi a questa parte al Valduce di Como sono entrati in servizio anche un paio di medici robot, nulla a che fare con Blade Runner, nella forma alta e dinoccolata assomigliano di più al simpatico Numero 5 di Corto Circuito, ma sul lavoro sono assolutamente professionali e consentono di visitare i pazienti più problematici con specialisti collegati in teleconferenza. Si chiama video-consulto ed è l’ultima frontiera della medicina: anziché spostare medico o pazienti entra in azione il robot, che grazie a potenti telecamere, monitor e una serie di apparecchiature mediche consente agli specialisti di visitare e auscultare il malato come se fossero al suo capezzale, anche stando dall’altra parte del mondo. L’esempio pratico lo si è avuto proprio ieri mattina quando il dottor Franco Molteni, direttore dell’Unità di Medicina Riabilitativa di Villa Beretta, ha visitato da Philadelphia negli Stati Uniti una sua paziente ricoverata a Costamasnaga.
«Il nostro ospedale negli ultimi anni ha investito moltissimo nelle nuove tecnologie, per migliorare le cure offerte ai propri pazienti – spiega il direttore sanitario, Claudio Zanon – La messa in opera del percorso Primacura ne è la dimostrazione: un modello di riabilitazione integrato alla telemedicina che grazie al teleconsulto e alla diagnosi degli specialisti, consente di ottimizzare la presa in carico dei malati. Attraverso i robot Rp-Lite gli specialisti potranno visitare a distanza pazienti colpiti da gravi episodi neurologici sia al Valduce sia a Costamasnaga». Non è un caso che l’ospedale comasco sia il primo in Italia a sperimentare questa tecnologia già diffusa negli Usa.
«In caso di danni neurologici intervenire nelle prime quattro ore è fondamentale per formulare una corretta diagnosi – spiega il dottor Mario Guidotti, primario dell’Unità di Neorologia del Valduce – Fino a oggi era necessario spostare il paziente oppure il medico, la telemedicina e la robotica consentono di abbattere questa barriera e dare un significato diverso a tempo e spazio. Iniziare prima una terapia salvavita significa salvaguardare maggiormente le funzioni di milioni di cellule celebrali e con esse azioni e funzioni che altrimenti andrebbero perdute». Il robot è dotato di potenti telecamere che consentono al medico collegato in video-consulto di osservare il paziente, microfoni e un kit che consente di auscultare il battito cardiaco, con la possibilità di collegare altre apparecchiature per la rilevazione delle funzioni vitali. Dotato di una batteria e in grado di essere spostato nei reparti il piccolo robot costa 25mila euro e presto potrebbe fare la sua comparsa nei Pronto soccorso di Cantù ed Erba, dove oggi manca un presidio neurologico. L’obiettivo con il tempo è portarlo addirittura in casa dei malati, per rendere più breve la loro degenza in ospedale e più rapida la loro riabilitazione. Una rivoluzione nei metodi di cura che parte proprio da Como