
di Paola Pioppi
Hanno patteggiato in 39, tutti autisti di mezzi pesanti coinvolti nell’indagine della Polizia Stradale, che ha permesso di individuare chi aveva beneficiato dei favori nel sostenere gli esami per il rinnovo delle patenti speciali.
Dopo aver trovato l’accordo con il sostituto procuratore Massimo Astori, che aveva coordinato la grossa indagine condotta nel 2017, ieri davanti al gup Francesco Angiolini sono stati formalizzati i patteggiamenti, tutti con pena sospesa. Per undici imputati, a cui era contestata la recidiva, le pene sono state comprese tra un anno e un anno e mezzo di reclusione, per altri sette, a cui erano contestate due prove d’esame, l’applicazione pena è stata di 10 mesi. Infine gli altri 23 hanno patteggiato 8 mesi di reclusione. Le accuse, partite dagli accertamenti svolti alla Motorizzazione di Como – all’epoca sotto la direzione di Antonio Pisoni - e in alcune autoscuole comasche, riguardavano falsi commessi nel rilascio di patenti speciali per il trasporto merci ottenute senza frequentare i corsi obbligatori organizzati dalle autoscuole, e registri di scuola guida che attestavano falsamente la presenza alle lezioni degli autotrasportatori.
In tutto gli autisti coinvolti erano 202, accusati di falso ideologico e materiale. Gli esami obbligatori, che consentono il rilascio del patentino Adr che abilita al trasporto di merci pericolose, non venivano svolti secondo le modalità imposte per legge. Così gli autisti, dati come presenti alle lezioni obbligatorie, evitavano di frequentare i corsi. Le loro patenti erano state sospese, e per il periodo successivo gli era stata inibita la guida di mezzi pesanti adibiti al trasporto merci pericolose, obbligandoli a frequentare il corso di 35 ore: per settimane, non si erano potuti mettere alla guida dei camion, al punto che alcune aziende, che impiegavano gruppi di autotrasportatori coinvolti nella stessa indagine, erano andate incontro a grossi problemi di logistica.