
L'indumento in lana di pecora brianzola
Como, 18 maggio 2016 - La lana della Pecora Brianzola è oggi a L’Aquila per il primo «Pecora Day», a vent’anni dalla clonazione di Dolly. In questi anni, il patrimonio ovino di Como e Lecco è cresciuto del 110 per cento, anche se negli ultimi tre anni, ha risentito della crisi. Come esempio di tipicità e filiera corta applicata al settore tessile, è stato realizzato un maglione nato nel cuore della Brianza lariana, con la lana della Pecora Brianzola, esposto oggi a L’Aquila. «Un evento di portata nazionale, con un’intera giornata alle pecore che, dopo essere state a lungo dimenticate, stanno vivendo ora un grande momento di riscossa: negli ultimi anni, il patrimonio ovino di Como e Lecco è salito infatti del 110 per cento» evidenziano Fortunato Trezzi e Raffaello Betti, presidente e direttore della Coldiretti interprovinciale. La «Brianzola» è una pecora autoctona della Lombardia che il Ministero delle Politiche Agricole ha inserito recentemente tra le razze in via di estinzione. La razza è oggi allevata in tutta la regione collinare della Brianza e presente in maggiore densità nelle zone di Oggiono, Merate e Erba. Come racconta Pasquale Redaelli, presidente dell’Associazione della Pecora Brianzola, «si tratta di una razza tipica che genera produzioni rare. Nata alla fine degli anni Novanta, l’associazione conta oggi circa 50 allevatori, come da tradizione per la maggior parte di piccole dimensioni». Il numero complessivo dei capi è 1.300, «divisi tra Como, Lecco e Monza-Brianza. Si tratta – non dimentichiamolo - di un animale a bassissima diffusione: 1.300 capi non sono nemmeno la metà di un tipico gregge transumante delle valli bergamasche: ciononostante, nelle tre province la Brianzola rappresenta l’8 per cento dell’intero patrimonio ovino».