REDAZIONE COMO

Nuova polemica Italia-Svizzera, Norman Gobbi: Fu un errore assumere un italiano

Compravendita dei permessi di cittadinanza, per il Consigliere di Stato la colpa va cercata oltreconfine

Norman Gobbi insieme a un contingente di guardie di confine

Como, 10 febbraio 2017 - A gettare, se ce ne fosse bisogno, nuova benzina sul fuoco dei rapporti tra Italia e Svizzera ci ha pensato Norman Gobbi, consigliere di Stato del Canton Ticino e direttore del Dipartimento delle Istituzioni che ha approfittato dello scandalo legato alla compravendita di permessi di cittadinanza, nella quale sono coinvolti anche tre dipendenti dell'Ufficio Immigrazione, per gettare la croce contro gli italiani.

L'esponente della Lega dei Ticinesi non ha avuto dubbi nel corso dell'intervista rilasciata all'agenzia svizzera "Tages Anzeiger": "E' stato un errore quello di assumere un italiano, soprattutto per l'Ufficio della migrazione. Questo per me non è accettabile. Non ho mai sentito di uno svizzero che lavorasse per le autorità italiane. Ecco perché mettiamo a disposizione del nostro dipartimento prevalentemente personale svizzero nato qui o naturalizzato".

Il ventottenne di origini italiane ma da anni cittadino svizzero è finito in manette insieme alla sua fidanzata, anche lei impiegata nell'Ufficio Immigrazione, una tirocinante, un imprenditore che insieme a un complice offriva contratti di comodo ai lavoratori e un uomo di nazionalità turca che probabilmente ha acquistato uno dei permessi.  "Fortunatamente, solo una delle persone coinvolte lavorava per noi. È stata sospesa, dovrà ora affrontare un processo - prosegue Gobbi - L'altro dipendente coinvolto era già stato licenziato per per questioni disciplinari. Che non avevano nulla a che fare con quanto emerso nel caso in questione. La terza persona era un tirocinante che ha lavorato all'Ufficio della migrazione solo per un anno.Non è una situazione piacevole. La popolazione rischia di perdere fiducia nelle autorità. Tra l'altro è accaduto sul tema molto sensibile per i ticinesi, quello della migrazione". 

L'ultima stoccata agli italiani è naturalmente sul tema dei frontalieri, vecchio cavallo di battaglia della Lega dei Ticinesi che anche recentemente insieme all'Udc ha promosso un referendum "Prima i nostri", per introdurre limiti nell'occupazione di lavoratori stranieri a parità di mansione. "Finché il Ticino dovrà sopportare questo peso da solo, non cambierà nulla. Solo alcuni esempi: oltre due terzi di tutti i clandestini che arrivano in Svizzera passando dal Ticino. Sono almeno 30.000 persone - concliude - Chi ha i pendolari più transfrontalieri in Svizzera? Abbiamo da soli tanti frontalieri quanti ne ha tutta la Svizzera tedesca. Il mercato del lavoro ticinese è per la metà occupato da residenti, per l'altra metà da stranieri. Siamo un laboratorio, dove i problemi politici, sociali ed economici si verificano prima che nel resto della Svizzera. Le persone sono stanche. E noi dobbiamo risolverci i problemi da soli, senza il sostegno di Berna e della Svizzera tedesca". La polemica è servita.