
L'imprenditore italiano è stato estradato in mattinata
Como, 24 settembre 2015 - È stato consegnato in mattinata alle autorità italiane alla dogana di Como-Brogeda Marco Marengo, l'ex patron della Borsalino, estradato dalla Svizzera dove era stato arrestato nei mesi scorsi per il crac da 3,5 miliardi di euro di numerose società del settore energetico. L'imprenditore è stato preso in consegna dalla guardia di finanza alla frontiera di Como e si trova ora nel carcere di Asti.
Marenco è accusato di una lunga serie di reati, tra cui bancarotta fraudolenta, truffa ed evasione fiscale. L'inchiesta, coordinata dal pm astigiano Luciano Tarditi, sono scattate in seguito alle verifiche fiscali eseguite dal Nucleo Antifrode della Direzione Interregionale delle Dogane nei confronti delle società dell'imprenditore. Ad attenderlo ad Asti, c'era la sorella, Silvana Rivella. Nei cinque mesi di detenzione in Svizzera ha perso 15 chili. Difeso dall'avvocato Vittorio Nizza, di Torino, sarà detenuto in regime di isolamento. È probabile che gli inquirenti lo sottopongano ad interrogatorio già nella giornata di domani.
L'imprenditore, insieme ad altri 18 indagati, è accusato di bancarotta fraudolenta per il fallimento di diverse società, per un passivo di oltre 3 miliardi di euro, distrazioni patrimoniali per piu' di 600 milioni di euro ed evasione fiscale. Il suo nome potrebbe passare alla storia per uno dei crac più grandi d'Italia, dopo quello della Parmala. L'uomo non metteva piede in Italia dallo scorso luglio. I primi ad accorgersi che qualcosa non andava nelle attività di Marenco sono stati i funzionari dell'agenzia delle dogane di Alessandria. Alcune società attive nell'ambito del gas e dell'energia, settori forti dell'imprenditore, non pagavano le accise. All'erario mancano almeno 200 milioni di euro, un granello di sabbia rispetto al buco finale di questo imprenditore abile - secondo l'accusa - a far girare ingenti quantità di denaro delle sue aziende su conti offshore di paradisi fiscali attraverso società 'matrioskà. Nel 2013 le sue società vengono dichiarate fallite. Tra queste Speia, Finind, Baltea Energia, Service Srl, Camarfin, Camar, nomi ai più sconosciuti che in realtà gestivano una bella fetta del mercato italiano del gas. Per i tanti creditori - fornitori italiani e stranieri, grandi e piccoli, come per le banche - recuperare i propri soldi è ormai troppo tardi. Nel frattempo l'inchiesta si allarga ad Alessandria, dove Borsalino 'saltà prima di prepara il rilancio con l'arrivo di Philippe Camperio. Marenco dovrà ora chiarire tante cose ai magistrati che già nelle prossime ore potrebbero disporre un primo interrogatorio in carcere.