Colpi in serie nelle banche: 4 in carcere

Accusa di associazione a delinquere per rapine in banca a Brescia: 2 palermitani e una coppia di amici arrestati per 5 colpi in Valtrompia. Modus operandi collaudato e quartetto stabile individuati.

Colpi in serie nelle banche: 4 in carcere

Colpi in serie nelle banche: 4 in carcere

Associazione a delinquere finalizzata alle rapine in banca, sequestro di persona e ricettazione. È l’accusa di cui a vario titolo rispondono 2 pregiudicati palermitani, in trasferta a Brescia e ospiti da una coppia di amici conterranei di casa a Gombio di Polaveno. I 4 sono finiti in cella ieri in esecuzione di un’ordinanza cautelare per 5 colpi messi a segno tra l’agosto e il novembre scorso ai danni di altrettanti istituti di credito (uno tentato) in Valtrompia. Si tratta di Fabio D’Atria, 33 anni, Vincenzo Farina, 42 anni, Davide Di Bella 50, questi residente a Polaveno con la moglie Maria Rosa La Rosa, 44 anni. Alla presunta gang il pm Alessio Bernardi e i carabinieri di Gardone imputano le rapine alle filiali Unicredit e Cassa Padana di Sarezzo (9 agosto e 8 settembre), al Credito cooperativo di Nave (22 settembre) e di Concesio (18 ottobre, non riuscita). Infine al Credito Cooperativo di Gardone, 3 novembre, quando 2 uomini - per l’accusa D’Atria e Farina - minacciati gli impiegati con un taglierino avevano sottratto 120mila euro. Si erano dileguati su un’auto di una presunta complice, Cristina Botturi, 49enne di Gardone incensurata, ma il trio era rimasto imbottigliato nel traffico e arrestato in flagranza. L’indagine ha permesso di individuare un quartetto stabile, che ruotava attorno alla casa di Gombio. Ma anche un modus operandi collaudato: sopralluoghi, ricerca dettagliata degli obiettivi, i colpi all’ora di chiusura. La gang per la Procura giungeva con un’auto rubata. Un primo rapinatore entrava vestito elegantemente, fingendosi cliente, e a ruota si palesava un complice con occhiali da sole e berretto. Il primo, taglierino in pugno, obbligava i dipendenti ad aprirgli il bussolotto, poi i due immobilizzavano i bancari, si facevano consegnare i codici delle casseforti, chiudevano tutti in una stanza e scappavano con il bottino su un’auto rubata. B.Ras.