Como, i cassonetti per la raccolta di vestiti restano al loro posto. Per ora

Sarebbero dovuti sparire il primo maggio. Il Comune vuole più soldi ma Caritas e Humana non possono coprire i costi

Cassonetti per la raccolta di vestiti

Cassonetti per la raccolta di vestiti

Como, 19 maggio - Sarebbero dovuti sparire dal primo maggio scorso e invece i sessanta cassonetti per la raccolta degli abiti usati rimarranno al loro posto per almeno altri due mesi. A concedere una proroga Palazzo Cernezzi che nel frattempo è impegnato nell’istruire una gara per trovare un nuovo gestore, magari con risultati migliori delle due precedenti che sono andate deserte. 

«Una palese conferma e un riconoscimento di quanto avevamo chiesto nelle scorse settimane – spiega Bruno Magatti di Civitas - Almeno così i comaschi non dovranno rinunciare a un servizio utile, ecologico e socialmente rilevante. Questa imbarazzata retromarcia dell’amministrazione contraddice nei fatti quanto affermato dall’assessore Marco Galli in Consiglio Comunale, ossia che non poteva essere concessa alcuna proroga». Una questione di poche settimane, secondo il Comune, prima di avere un nuovo gestore, ma la minoranza non è ottimista.

«Il nuovo bando è identico a quello precedente e propone una base d’asta di 400 euro a cassonetto da pagare ogni anno al Comune in cambio della concessione. Una somma troppo alta che non consente a Caritas e Humana che finora hanno gestito il servizio presentare un’offerta che consenta di coprire i costi e fare utili. Il bando ricorda quello presentato dal comune di Vasto che è stato definito fuori mercato dalla Commissione bicamerale per le ecomafie». E proprio all’organo parlamentare il consigliere Bruno Magatti è pronto a indirizzare un dossier su quanto sta accadendo in città. «Prima potevamo pensare che la Giunta ignorasse il problema, ma adesso che l’abbiamo denunciato pubblicamente non hanno modificato di una virgola il regolamento della nuova gara – conclude – Valuteremo la possibilità di predisporre un dossier sulla vicenda da trasmettere alla Commissione bicamerale ecomafie come proprio contributo e allo scopo di sollecitare la predisposizione di linee guida in grado di prevenire atteggiamenti come quello osservato che risulta, nella migliore delle ipotesi, inspiegabile».