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Como, la Caritas scrive a Renzi per l'emergenza profughi

Insieme al Centro San Francesco è stato inviato un appello al Presidente del Consiglio

Troppi profughi in città, la Caritas non sa quanto potrà reggere

Como, 3 settembre 2016 - Una lettera a nome dei volontari che rappresentano e soprattutto dei migranti, quei senza nome che hanno assistito per tutta l’estate e che adesso rischiano di rimanere anche senza parole, bloccati per chissà quanto tempo ancora nel limbo che è il confine tra l’Italia e la Svizzera.

Chiedono l’intervento immediato del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il direttore della Caritas di Como, Roberto Bernasconi, e Benedetto Madonia, responsabile del Progetto San Francesco. «L’emergenza che stiamo vivendo a Como deve essere affrontata, si deve individuare una soluzione definitiva per non arrivare al collasso. La città di Como con i cittadini, i volontari, le associazioni religiose e laiche, i sindacati, gli uomini e le donne delle forze di polizia, i medici e i paramedici, studenti volenterosi e istituzioni ha fatto in modo che si potessero accogliere questi uomini, queste donne e questi bambini in modo decoroso. Per quanto è stato possibile. Sorge con sempre più evidenza e urgenza una domanda: fino a quando?».

Un peso quello dell’emigrazione di interi popoli dall’Africa che la città da sola non può certo risolvere. «Abbiamo iniziato a prendere maggior coscienza del fenomeno dei richiedenti asilo - proseguono i volontari nella loro lettera a Matteo Renzi - la normativa di riferimento è illogica e divisiva. Queste persone dopo un viaggio interminabile non vogliono rimanere nel nostro Paese, ma proseguire dove ci sono i loro parenti, ma questo non è possibile per il Trattato di Dublino, che assegna la competenza al primo stato membro che li accoglie. Lo straniero che decide di andare in un altro Stato membro dell’Unione Europea viene rimandato indietro, da chi lo ha identificato. Chiediamo che l’Italia sia considerata territorio europeo e che il cittadino straniero approdato sulle nostre coste possa presentare istanza per il riconoscimento dello status di rifugiato politico anche in altri Paesi, motivando tale preferenza. Il Trattato di Dublino non può essere un totem intoccabile. Per questo chiediamo al Presidente del Consiglio un intervento forte di politica europea».

Adesso si attende la risposta di Matteo Renzi che ieri è stato ospite al Forum Ambrosetti, che ha iniziato la sua tre giorni di lavori a Villa d’Este. Al forum economico non sono mancati i riferimenti ai migranti, soprattutto dopo i dati diffusi dal Viminale che negli ultimi quattro giorni ha contato 13 mila arrivi. Dall’inizio dell’anno sono sbarcati 105 mila immigrati che si sommano ai 153 mila del 2015 e a i 170 mila del 2014. Nei prossimi giorni 4mila di questi potrebbe arrivare in Lombardia. 

«Puntiamo a un modello di accoglienza diffusa - conclude il direttore della Caritas - come si è fatto in questi anni, ma per metterlo in pratica è necessario il coinvolgimento di tutti. Non ci sono solo i Comuni latitanti, spesso si tirano indietro anche le parrocchie. Il centro allestito nell’area San Rocco potrà dare una prima risposta, ma le soluzioni di lungo termine vanno trovate altrove. Si potrebbero sfruttare grandi le caserme: a Cavallasca qualcosa è partito, ma c’è anche Rodero e la De Cristoforis a Como».