
Un'aula di tribunale (Foto archivio)
Como, 10 dicembre 2024 – La notte del 25 novembre 2020, una bottiglia incendiaria era stata trovata davanti alla sede della concessionaria auto Elle Ti Car di Cantù. Era stata la vigilanza privata a notare l’ordigno appoggiato a terra, avvisando subito il titolare e i carabinieri.
Le indagini che ne erano scaturite, sono arrivate ora ad accusare di tentata violenza privata, con l’aggravante della modalità mafiosa per le modalità del gesto, e di porto in luogo pubblico di bottiglia incendiaria, Maurizio e Salvatore Moio, 26 e 51 anni, entrambi residenti a Cantù e di origine calabrese.
Il processo a loro carico si è aperto davanti al Tribunale Collegiale di Como, con il pubblico ministero della Dda di Milano Sara Ombra. Ai due imputati le indagini erano arrivate partendo dall’ordigno, una bottiglia d’acqua riempita di benzina, lasciata appoggiata davanti alla concessionaria, sui cui erano state rilevate due impronte digitali di Maurizio Moio, pollice e indice.
Una telecamera di sorveglianza aveva inoltre ripreso l’arrivo di un’auto da cui era sceso un uomo con un abbigliamento compatibile con alcuni capi trovati a casa del cinquantunenne, che avrebbe agito assieme a un complice rimasto alla guida del veicolo. Infine, è stato individuato un possibile movente: il concessionario, nei giorni procedenti, aveva rifiutato di concedere ai Moio un’auto a noleggio. Ieri sono stati sentiti i carabinieri dei Ris che hanno svolto le analisi, e della Compagnia di Cantù, oltre alla vittima, che da tempo ha lasciato la sede di Cantù per trasferire l’attività in un’altra provincia.