PAOLA PIOPPI
Cronaca

Candido Montini, l’omicidio diventa un rebus: la macchia di sangue e i vecchi rancori, due settimane di dubbi

Il pensionato 76enne è stato accoltellato a morte nella sua casa di Catasco. Preziosi e contanti non sono stati toccati, svuotato solo il portafogli. Cosa cercava l’assassino? Vicino a una cassettiera una traccia ematica

Candido Montini, ucciso a coltellate nella sua abitazione

Candido Montini, ucciso a coltellate nella sua abitazione

Garzeno (Como) - Due settimane di mistero. Sono quelle passate dall’omicidio di Candido Montini, il pensionato di 76 anni accoltellato martedì 24 settembre nella sua abitazione della piccola frazione di Catasco, Comune di Garzeno, nel Comasco. U

n delitto sul quale sono state ormai raccolte dai carabinieri numerose informazioni, tranne una, fondamentale: chi lo ha ucciso. Un giallo ancora da risolvere, nonostante l’ambiente ristretto – dal punto di vista sia sociale sia geografico – in cui è avvenuto, con le indagini che procedono analizzando ogni aspetto della scienza del crimine e della vita del pensionato. Vedovo da tre anni, in passato un trascorso come vicesindaco, fortemente devoto a Padre Pio, Montini mandava avanti una piccola bottega di prossimità nella frazione, poco distante da casa sua, che ogni giorno garantiva pane fresco, bombole del gas e piccoli fabbisogni a chi vive a Catasco.

Nessuno si sarebbe reso conto di quel delitto, avvenuto nel primo pomeriggio di martedì 24 settembre, quando l’uomo aveva già pranzato, sistemato le stoviglie e la cucina, e si era probabilmente sdraiato sul divano per un sonnellino pomeridiano. Chi lo ha ucciso è entrato in casa sua in quel momento, sorprendendolo a piedi scalzi senza nemmeno lasciargli il tempo di infilare le ciabatte. Lo ha ripetutamente accoltellato al petto e all’addome, quasi certamente accanendosi su di lui quando era già finito a terra, probabilmente colpito da un pugno o da uno spintone che gli ha fatto perdere occhiali e dentiera. Poi lo ha pugnalato più volte, fino al colpo letale, alla gola.

Questi dettagli fanno parte di ciò che le indagini hanno ricostruito, grazie al primo intervento del 118, ai sopralluoghi, all’autopsia. Ma si sa anche altro. Che chi ha ucciso non ha preso orologio, fede nuziale e una quarantina di euro che Montini aveva in tasca, ma che, allo stesso tempo, forse cercava qualcosa, come farebbe pensare una traccia di sangue lasciata vicino a una cassettiera. Nessuno ha visto il killer quando se ne è andato, e Montini è rimasto a terra, ormai esanime per ore, fino alle 8 del mattino del giorno successivo, quando due conoscenti sono andati a cercarlo a casa preoccupati per la mancata apertura del negozio.

Qui finisce l’elenco di quanto le indagini hanno accertato. E inizia quello dei punti di domanda. Il primo è il movente. Non è stato possibile capire se dall’abitazione del pensionato manchi qualcosa. Soldi o oggetti di valore, documenti, qualunque altra cosa potesse essere di interesse, di grande interesse, per qualcuno. Anche il negozio, controllato al millimetro, non ha rivelato nulla. Il suo portafogli è stato ritrovato vuoto gettato a pochi metri da casa, forse privato del contenuto per rapina, o forse per depistaggio. Ma di fatto, non ha fornito nessuna informazione utile. Il coltello ritrovato è invece un dettaglio prezioso, che deve però essere analizzato, nel rispetto dei tempi di laboratorio, non sempre immediati. Non apparteneva a Montini, è diverso da quelli da cucina trovati nei suoi cassetti, e non sappiamo cosa “custodisca”. Impronte forse, sangue dell’assassino che magari si è ferito.

Nel frattempo, i carabinieri stanno ascoltando tutte le persone che conoscevano la vittima, chiedendo ogni cosa: abitudini, particolarità, legami e dissapori, anche andando indietro nel tempo.