Campione d'Italia, fiato sospeso in attesa della Cassazione

Le tre soluzioni che cambierebbero radicalmente le sorti del paese del casinò

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In paese è tutto sospeso in attesa della sentenza della Corte di Cassazione dove si è discusso il ricorso presentato contro la sentenza della Corte d’Appello di Milano che aveva annullato, per un vizio di forma, la sentenza di fallimento del Casinò decisa dal Tribunale di Como. Toccherà ai giudici pronunciarsi sul ricorso presentato dalla Banca Popolare di Sondrio, principale creditore insieme al Comune della casa da gioco, e il controricorso presentato dalla curatela che per conto del tribunale per mesi ha spulciato tra i conti, spese e bilanci stabilendo l’inventario dei beni, i cespiti attivi e soprattutto i debiti.

Un ginepraio anche per gli ermellini, come vengono chiamati i giudici della Cassazione in virtù della toga che indossano all’inaugurazione dell’anno giudiziario, i quali si trovano sostanzialmente di fronte a tre possibili soluzioni. La prima è riconoscere la richiesta della Banca Popolare di Sondrio considerano "non fallibile" la Casinò Campione d’Italia Spa. Il secondo scenario è che la Cassazione invalidi il giudizio della Corte d’Appello di Milano, in questo caso si tornerebbe alla decisione del Tribunale di Como quindi il casinò sarebbe dichiarato fallito. C’è anche una terza ipotesi, ovvero che i giudici confermino il giudizio della Corte d’Appello e rimandino gli atti al Tribunale Fallimentare di Como che sarebbe chiamato a pronunciarsi di nuovo sul fallimento. A seconda della decisione, che potrebbe arrivare anche tra un mese, la politica è pronta ad agire di conseguenza con l’obiettivo di riaprire al più presto la casa da gioco, o con una società completamente nuova probabilmente partecipata dai privati, oppure proseguire con quella esistente, seppur con correttivi. Ro.Can.