Campione d'Italia, sciopero e candele accese in attesa dei giudici

Sono sette mesi che il casinò è chiuso e con lui si è spenta l’intera comunità

La manifestazione con le candele a Campione d'Italia (Cusa)

La manifestazione con le candele a Campione d'Italia (Cusa)

Campione d'Italia (Como), 26 febbraio 2019 - Tante volte il lago si è illuminato di fronte a Campione, ieri sera però non erano le luci sfavillanti dei fuochi d’artificio a catturare lo sguardo, ma le fiammelle delle candele bianche, rosse e verdi come i colori della bandiera perché idealmente le potessero vedere anche da Roma, dove sembrano essersi dimenticati che il paese sta morendo.

Sono sette mesi che a Campione il casinò è chiuso e con lui si è spenta l’intera comunità. Sono senza stipendio i dipendenti della casa da gioco e anche i 103 impiegati comunali che ieri mattina, insieme ai vigili, si sono messi in sciopero perché loro lo stipendio non lo vedono addirittura dal febbraio del 2018. «Siamo in attesa di una sentenza fondamentale per questa comunità – ha ricordato Vincenzo Falanga, segretario della Uil Funzione Pubblica – il Tar del Lazio domani (oggi ndr.) dovrà pronunciarsi sulla richiesta di sospensiva avanzata dai dipendenti rispetto alla richiesta di tagli avanzata quando si è deliberato lo stato di dissesto». Gli esuberi richiesti sono 86 per riportare il Comune in linea con i parametri stabiliti dalla legge che però è stata pensata a Roma e non tiene conto che qui le uniche due aziende sono, o meglio erano, il Comune e il casinò, e rimettere i conti in ordine significherà rinunciare a servizi essenziali come l’ufficio postale, anche quello pagato direttamente dal municipio.

«Se il giudice deciderà che i tagli sono legittimi a Campione verranno meno servizi primari che ognuno di noi, nel proprio comune di residenza, considera essenziali – ha concluso Falanga – Se invece la sospensiva verrà concessa da Roma non potranno continuare a far finta di niente, ma dovranno intervenire per pagare gli arretrati e garantire finalmente la sopravvivenza di questa comunità». Applaude la piazza di Campione, i quattrocento che ieri sera hanno sfidato il freddo per ritrovarsi qui, a guardare le finestre spente del municipio deserto. Annuiscono il presidente del Consiglio Regionale Alessandro Fermi, il consigliere regionale Angelo Orsenigo del Pd e l’onorevole Alessio Butti di Fratelli d’Italia, gli unici tre politici che hanno deciso di salire fin qui e metterci la faccia in una serata in cui rappresentare le istituzioni in questo lembo d’Italia non è la cosa più semplice.