
Trenta persone sono state evacuate la notte scorsa in piazza Diaz a Cadorago
Cadorago (Como) - Due tubi di metallo avvolti da nastro isolante e collegati tra loro con dei cavi elettrici. Sul fatto che chi li ha piazzati sotto la panchina fuori dal bar del centro della frazione volesse far credere che si trattava di una bomba sussistono pochi dubbi, mentre se si sia trattato di uno scherzo di pessimo gusto oppure di un gesto intimidatorio piuttosto che di un’azione eversiva è ancora da chiarire. Di certo la notte tra venerdì e sabato se la ricorderanno a lungo una trentina di persone che vivono in via Armando Diaz, costrette in fretta e furia ad abbandonare le proprie case.
L’allarme bomba è scattato poco dopo le 23 a Caslino al Piano, frazione di Cadorago. Un ragazzo appena uscito dal bar “One Shot“ sotto una panchina ha notato quello che sembrava in tutto e per tutto un ordigno artigianale costruito con pezzi di fortuna, simile a una di quelle "bombe sporche" utilizzate negli attentati. Sul posto sono subito arrivati i carabinieri della compagnia di Cantù e con loro i vigili del fuoco.
I militari hanno immediatamente delimitato l’area, cinturandola con nastro bianco e rosso. Hanno anche deciso in accordo con i vertici della prefettura di Como di sgomberare parte del quartiere: il bar è stato chiuso e tutti gli inquilini di una decina di abitazioni attorno sono stati evacuati. I carabinieri hanno poi rimosso con estrema cautela la presunta bomba. Solo al termine della bonifica, all’una di notte passate, l’allerta è rientrata con essa sono rientrare nei proprio appartamenti anche i residenti sfollati. La mattina seguente, cioè ieri, è stato infine comunicato che si è trattato fortunatamente solo di un falso allarme e che quanto rinvenuto in strada sotto una panchina non era un ordigno né nulla di pericoloso, ma solo un'accozzaglia di componenti. "Non è successo nulla, è stata tutta una esagerazione", minimizzano e commentano dal bar "One Shot". Gli accertamenti sono comunque in corso per stabilire intanto chi abbia piazzato i tubi e poi per cercare di comprenderne il motivo.
Potrebbe essere tutto frutto di un equivoco, i cui effetti sono stati ingigantiti da eccessivo allarmismo, come sostengono dal bar. Non si esclude tuttavia nemmeno l’ipotesi di gesto deliberato tutto da decifrare, magari per una goliardata di cui l’autore non ha valutato la portata o le conseguenze, oppure per lanciare un segnale di avvertimento a qualcuno simulando il rischio di un attentato o forse semplicemente per seminare apprensione e scompiglio in concomitanza con l’entrata in vigore dell’obbligatorietà del green pass o la manifestazione nazionale antifascista.