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Bilancio di cinquant’anni nella polizia di Stato. Il questore: "Marinelli, una miniera di idee"

"E dire che da ragazzino volevo fare l’arbitro". Oggi Maurizio Marinelli, 69 anni compiuti mercoledì, festeggia i 50 in polizia....

"E dire che da ragazzino volevo fare l’arbitro". Oggi Maurizio Marinelli, 69 anni compiuti mercoledì, festeggia i 50 in polizia. Presidente della sezione bresciana dell’Anps (l’Associazione nazionale polizia di Stato, 1.200 soci, una sua creatura), docente, scrittore, promotore di borse di studio, sindacalista, instancabile organizzatore di commemorazioni di colleghi caduti in servizio, Marinelli è un vulcano. Da quel 20 gennaio 1974, quando indossò la divisa per la prima volta, ne ha fatte di cose. La sua vita, 41 anni operativi e 9 in pensione, è una carrellata di esperienze. "Non ho mai smesso di fare il poliziotto. Io non sono un poliziotto, faccio il poliziotto".

Il suo esordio fu nelle Volanti degli anni Settanta, l’epoca del terrorismo. Ricorda l’intervento in piazzale Arnaldo, all’indomani della bomba che il 16 dicembre 1976 uccise una donna e due carabinieri. "Fui tra i primi ad arrivare". Il periodo sulle Pantere il più adrenalinico, ma poco dopo arrivarono l’ingresso nel Cda della polizia ("Vincenzo Parisi, il capo da cui imparai di più") e nella Commissione ministeriale. Poi eccolo nei panni del prof alla Polgai ma anche all’Università, dal 2009 al 2019, in cattedra a Sociologia dello sport. Senza dimenticare le battaglie sindacali Siulp per le 150 ore e l’apertura dei commissariati a Desenzano e Boario, e la fondazione del Centro studi della polizia. In questo mezzo secolo ha prodotto 70 pubblicazioni. L’ultima, il grande volume fotografico “La Pula e la mala nella Brescia degli anni ‘70“, curata dall’Anps. “Marinelli è una miniera di idee – conferma il questore Eugenio Spina – Con la sua associazione vocata al volontariato ci dà una grande mano".

B.Ras.