In carcere la banda dei furti che imperversava a Cantù. Domiciliari alla mamma-rapinatrice

Il gip ha deciso di venire incontro a Mariana Bellavista che rimanendo a casa potrà accudire il figlio

Uno dei negozi presi di mira

Uno dei negozi presi di mira

Cantù (Como) - Tutti hanno risposto alle domande del giudice Carlo Cecchetti, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare che li ha condotti in carcere giovedì mattina, accusandoli di 11 rapine commesse lo scorso anno. A Marianna Bellavista, 40 anni di Mariano Comense, il gip ha concesso gli arresti domiciliari per poter accudire il figlio, mentre gli altri al momento rimangono in carcere. L’indagine condotta dai carabinieri di Cantù e coordinata dal sostituto procuratore Simona De Salvo, ha raggiunto inoltre Antonio Di Fazio, 48 anni di Mariano Comense, Maurizio Cocciolo, 45 anni e Mauro Conte, 30 anni, entrambi di Rho, Gaetana Cimino, 53 anni di Lissone, Luca Rigon, 19 anni di Limbiate e Eduart Mastrangioli Arapi, 42 anni di Sulmona.

I colpi erano stati realizzati in piccoli gruppi variabili a Cantù, Montano Lucino, Lissone, Appiano Gentile, Giussano e Segrate. Al gruppetto Di Fazio, Bellavista, Conte e Cimino è attribuita inoltre l’aggressione a un imprenditore di Limbiate avvenuta il 16 febbraio: l’uomo era stato colpito con un pugno e privato del Rolex e di 350 euro. Di Fazio con la Bellavista e Rigon avrebbero rapinato di merci varie e televisori i Supermercati Md di Cantù il 6 aprile e di Montano Lucino il giorno successivo, e il terzetto Di Fazio, Bellavista Mastrangioli, quello di Appiano il 25 aprile. Il solo Di Fazio sarebbe responsabile della rapina di merce del 9 maggio all’Md di Segrate, valore 700 euro, e al Maxisport di Giussano l’11 maggio, bottino quasi 6.000 euro.

Il solo Rigon risponde della rapina al Maxizoo di Lissone del 16 marzo, 4.300 euro. Conte avrebbe rapinato da solo il Maxizoo di Saronno il 6 febbraio, circa 3.000 euro, e assieme alla Cimino il Maxizoo di Cantù il 31 gennaio, altri 3.000 euro. Cocciolo assieme alla Cimino l’Md di Montano Lucino il 3 dicembre, 5.900 euro, e da solo l’In’s di Cantù il 13 gennaio. A incastrare i rapinatori il tatuaggio sulla schiena di uno di loro, mostrato casualmente alle telecamere nel corso di una rapina al Maxizoo di Saronno. Quel fotogramma, è stato uno degli elementi che ora ha portato in carcere la banda dei sette che per un anno ha realizzato colpi tra Cantù, Montano Lucino, Lissone, Appiano Gentile, Giussano e Segrate.