Bancarotta e maxi-frode, due ex assessori di Cantù in carcere

Dissesti ed evasione nel settore immobiliare, coinvolte quattro persone. Il blitz delle Fiamme Gialle travolge Ferrari e Quintavalle ora residenti in Ticino

Claudio Ferrari, 54 anni ex assessore all’Ambiente della Giunta Sala

Claudio Ferrari, 54 anni ex assessore all’Ambiente della Giunta Sala

Custodia cautelare in carcere per quattro persone, accusate di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e di bancarotta fraudolenta nel settore immobiliare. Tra di loro, anche due ex assessori di Cantù, entrambi ora residenti in Canton Ticino.

Sono Claudio Ferrari , 54 anni, residente a Vacallo, ex presidente della Commissione Urbanistica di Cantù dal 2002 al 2005 e assessore all’Ambiente ed Ecologia dal 2007 al 2012, quando era sindaco Tiziana Sala, ma anche membro della Commissione Paesaggio del Comune di Como dal 2018 al 2021 e dal 2021 membro della stessa Commissione a Campione d’Italia.

L’altro ex amministratore pubblico coinvolto è Giorgio Quintavalle, 50 anni di Morcote, ex assessore allo Sport e alla Politiche Finanziarie nella giunta di Edgardo Arosio, dal 1997 al 2002, ora consulente in ambito sportivo per gestione di impianti sportivi e redazione di piani economici in Svizzera. In carcere sono finiti anche Fabrizio Arnaboldi, 51 anni di Cantù, Luca Della Fontana, 57 anni di Dumenza, Varese.

Le misure sono state eseguite ieri dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Como, assieme a sequestri preventivi per un ammontare di 4 milioni e 300mila euro.

Assieme a loro sono indagate a piede libero altre quattro persone, mentre un quinto destinatario di misura cautelare non è stato rintracciato in quanto residente all’estero.

L’indagine , coordinata dal sostituto procuratore Antonia Pavan, riguarda la gestione di società del settore immobiliare e operazioni di compravendita di terreni. Secondo lo schema ipotizzato, ogni società non avrebbe versato al fisco quanto dovuto, per essere svuotata prima degli accertamenti erariali, con il trasferimento delle disponibilità finanziarie a favore degli indagati o di società anonime di diritto svizzero, così da non rendere possibile l’azione di recupero delle tasse.

"Il conseguente fallimento di alcune delle società coinvolte nelle operazioni illecite – spiega la stessa Gdf - ha quindi consentito di rilevare plurime condotte di bancarotta, oltre ai reati di sottrazione fraudolenta e omesso versamento delle imposte dovute". Gli accertamenti sono partiti da società fallite già nel 2015, arrivando a fatti analoghi del 2021 e 2022.