Erba, baby estortori chiedono 160 euro a ragazzino per "offrigli protezione"

I quattro, tre quindicenni e un sedicenne, hanno avvicinato un tredicenne iniziando a minacciarlo. Denunciati

Baby gang

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Erba (Como), 18 maggio 2019 -  Un taglieggiamento da 160 euro per offrirgli protezione, per «non spaccargli la faccia» e per lasciarlo vivere sereno. E’ la pretesa avanzata da quattro minorenni erbesi nei confronti di un ragazzino più piccolo di loro, per i quali ora il Tribunale dei Minori di Milano, ha chiesto il processo con giudizio immediato. I fatti risalgono a gennaio, quando i quattro - tre quindicenni e un sedicenne – hanno avvicinato un tredicenne, iniziando a minacciarlo. Qualche giorno prima, uno di loro aveva notato che l’adolescente aveva con sé dei soldi, decidendo quindi di attaccarlo per farsi consegnare una cifra ben più consistente, e inventandosi che dovesse avere qualcuno che lo proteggesse per non essere aggredito.

Così il ragazzino, ha ricevuto un messaggio su Instagram, uno dei social forum attualmente più utilizzato dai giovanissimi, con il quale uno dei quindicenni gli offriva «protezione» da eventuali aggressori, in cambio di un compenso di 20 euro. Ma poco dopo un altro del gruppo, lo avrebbe avvicinato e minacciato di «spaccargli la faccia», se non si fosse presentato a parlare con loro. Salvo poi essere avvicinato dal ragazzo che già gli aveva chiesto i 20 euro e da un altro: questi gli hanno ribadito la sua necessità di avere qualcuno che lo proteggesse, concordando la cifra di 40 euro a testa come canone annuale, per un totale di 160 euro.

Una condotta evidentemente emulata sa sistemi criminali adulti, dove la vittima viene minacciata per creare un bisogno di tutela, salvo poi passare a riscuotere il denaro per garantire questo servizio. Così i giovani estorsori, hanno dato appuntamento al tredicenne al McDonald’s di Erba, nei primi giorni di gennaio, incassando quanto stabilito. Salvo poi finire protagonisti dell’indagine condotta dalla Procura dei Minori e dai carabinieri della stazione di Asso, quando la madre del ragazzino ha scoperto l’accaduto e li ha denunciati. I militari hanno ricostruito l’estorsione, contestata in concorso e aggravata di averla commessa in più di tre persone assieme, anche attraverso il sequestro dei telefonini dei quattro indagati, che nel frattempo sono stati interrogati. Ora per loro è stato fossato il processo a giugno, salvo che i rispettivi avvocati vogliano procedere con riti diversi.