"Io, narcotizzata e stuprata". Arrestato Andrea Carlo Pizzi, medico di Como. Ma lui nega

Arrestato il primario di Anestesia di Villa Aprica, anche titolare di uno studio medico a Saronno. Incastrato dalle ricerche online.

Il dottor Andrea Carlo Pizzi, accusato di stupro

Il dottor Andrea Carlo Pizzi, accusato di stupro

Como -​ Narcotizzata e violentata mentre si trovava a casa del medico con cui aveva avuto una relazione sentimentale, ormai terminata da mesi. Un episodio che sarebbe avvenuto a inizio luglio, che nelle ultime ore ha condotto in carcere Andrea Carlo Pizzi, 52 anni di Saronno, primario di Anestesia della clinica Villa Aprica di Como, titolare di uno studio medico a Saronno e consulente di diversi studi dentistici.

Lo stupro e la telefonata

L’ordinanza di custodia cautelare del gip di Busto Arsizio Tiziana Landoni, lo accusa di violenza sessuale aggravata dall’uso di sostanze narcotiche, con l’ipotesi che abbia somministrato alla donna, convinta ad andare nella sua abitazione la sera del 1° luglio, una dose di sedativo che l’avrebbe ridotta in stato di incoscienza. Il giorno successivo, durante una telefonata che la vittima ha registrato e poi consegnato ai carabinieri di Turate nello sporgere denuncia, Pizzi avrebbe ammesso di averle somministrato un farmaco e poi averne abusato mentre si trovava in stato di incoscienza.

Indagini e perquisizioni

È stato il punto di partenza di un’indagine coordinata dalla Procura di Busto Arsizio, a cui si sono aggiunte testimonianze collaterali, ma anche l’esito di perquisizioni svolte a carico dell’indagato, e in particolare sui suoi apparecchi telefonici e informatici. In particolare, l’analisi delle cronologie di ricerca online ha evidenziato che a partire dal 1° luglio Pizzi si sarebbe informato sulle conseguenze dello stupro commesso utilizzando farmaci, e sui costi dei risarcimenti delle spese processuali. Arrivando poi a cercare su internet le conseguenze a cui va incontro chi picchia e uccide i cani – la vittima ne possiede uno – e più volte quali sono i segnali premonitori dei serial killer. Risultati che hanno allarmato gli inquirenti, e tracciato una premessa di potenziale pericolosità sociale.

L'interrogatorio

A questo si è aggiunto un episodio avvenuto successivamente alla perquisizione, quando Pizzi già sapeva di essere indagato: a fine luglio, aveva raggiunto la donna nel suo luogo di lavoro, tentando di avvicinarla, spaventandola al punto da chiedere aiuto. Successivamente interrogato dal magistrato, Pizzi – assistito dall’avvocato Maurilio Vanzulli – ha reso una sua versione di quella serata, negato ogni accusa di aver somministrato quel farmaco di nascosto e di aver abusato della donna. L’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare al momento dimostra la credibilità della versione resa dalla vittima, integrata da ulteriori riscontri che sembrano andare, in maniera convergente, verso un quadro accusatorio sufficientemente definito e l’esigenza di preservarlo da eventuali inquinamenti probatori.

Vecchia relazione

Tra i due ci sarebbe stata un relazione portata avanti per mesi, ma terminata da tempo. La sera del 1° luglio i due si erano incontrati e la donna aveva accettato di salire a casa del medico. Salvo poi andare incontro a ore di vuoto, che ha cercato di ricostruire il giorno successivo, durante la telefonata registrata e consegnata al momento della denuncia.