Abusi sessuali su due sorelline: condannato a tredici anni

Le ricattava per imporre il silenzio. Le bimbe hanno trovato il coraggio di raccontare il loro incubo

carcere

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Montano Lucino, 21 aprile - Il ricatto, per imporre il silenzio , era di fare del male anche all’altra sorellina. Così Mounir Trabelsi, 52 anni di Montano Lucino avrebbe abusato sessualmente di due bimbe, imponendo loro molestie arrivate fino a rapporti completi, proseguiti per anni. Ieri, al termine del processo dibattimentale che si è svolto davanti al Tribunale Collegiale di Como, l’uomo è stato condannato a 13 anni di reclusione, andando oltre i 10 anni chiesti dal pubblico ministero Massimo Astori.

I giudici – Maria Luisa Lo Gatto, Cristiana Caruso e Walter Lietti – hanno anche assegnato una provvisionale di 20mila euro a testa alle due ragazze, ormai grandi, che si erano costituite parte civile con l’avvocato Annalisa Abate. Trabelsi, tuttora detenuto e difeso dall’avvocato Fabio Gualdi, era finito in carcere a luglio 2020, quando era stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare che lo accusava di ripetute violenze avvenute tra 2009 al 2011, quando le bimbe – che vivono in un’altra provincia - avevano 5 e 11 anni, e poi ancora nel 2017 solo nei confronti della più piccola. Finché una delle sorelle si era confidata con la minore, facendo così crollare tutti i timori e i silenzi legati a quella volontà di protezione che ognuna aveva per l’altra, e che le aveva fatte tacere per anni. La Squadra Mobile della polizia di Como, una volta ricevuta la denuncia aveva ricostruito tutto, andando indietro di anni, cercando altre testimonianze.

Un lavoro paziente e difficile, avvenuto conquistando poco alla volta la fiducia delle ragazze, per consentire loro di raccontare tutto ciò che ricordavano del tempo passato con Trabelsi. Resoconti lucidi e indelebili degli atti sessuali subiti o pretesi, dei luoghi in cui avvenivano, della collocazione temporale. Ritenuti così precisi e attendibili, da sfociare nell’arresto dell’uomo. Gli abusi avvenivano nei momenti in cui aveva occasione di trovarsi da solo con una delle ragazzine, mai quando le bimbe erano insieme, in modo da poter continuamente ricattarle. Entrambe le vittime hanno testimoniato nel processo, ripetendo con fermezza quanto avevano denunciato mesi fa: "Diceva che se mi fossi ribellata – hanno ripetuto - lo avrebbe fatto anche con mia sorella: per proteggerla, ho accettato di subire per anni".