Famiglie senza casa a Brescia, la protesta: “Mercato drogato dagli affitti brevi ai turisti”

Anche a Brescia scoppia la protesta: sotto il palazzo del Comune è stata piantata una tenda. I manifestanti: “Siamo in grado di pagare un affitto”. In serata l’intervento dell’Amministrazione

La protesta per l'emergenza abitativa a Brescia

La protesta per l'emergenza abitativa a Brescia

Tanto tuonò che piovve, verrebbe da dire. Dopo mesi di denunce, testimonianze, richieste e appelli, alla fine la “questione casa“ è esplosa anche a Brescia, arrivando sotto l’ombra della Loggia. Qui, ieri pomeriggio, proprio sotto il palazzo comunale, è stata piantata una tenda rossa, da campeggio, per dare ospitalità a due persone, entrambi lavoratori con stipendio regolare, che potrebbero permettersi un affitto ma che non trovano nulla nonostante mesi di ricerche tra le agenzie.

“Dormo per strada – è la drammatica testimonianza di Hamid Guirane, 31 anni, muratore –. Alloggiavo presso un amico, ma poi non ho più potuto stare da lui e così ho iniziato a cercare un appartamento. Sono mesi che cerco, ma nulla. Nel frattempo dormo dove capita. Eppure potrei pagare un affitto, anche fino a 500 euro al mese".

Stessa sorte per Singh Rajeshwar, 48 anni. "Ora dormo da qualche amico. Per noi non c’è abitazione". In serata, con l’intervento dell’assessore ai Servizi sociali Marco Fenaroli, è stata trovata una soluzione per i due, che altrimenti avrebbero dormito nella tenda. Ma il caso scoperchia un tema è che è comune a molte città, soprattutto quelle più turistiche, dove i proprietari preferiscono l’affitto breve, più remunerativo e meno problematico.

A Brescia il fenomeno è emerso soprattutto negli ultimi due anni, probabilmente effetto controverso di Capitale della cultura, che ha attirato molti turisti e, di conseguenza, spostato il mercato immobiliare nella direzione dell’affitto breve, per turisti, oltre che per gli studenti. La stima è che, tralasciando la galassia degli irregolari, dal 2021 gli affitti brevi siano passati da 3.000 ad oltre 6.000. E questo è il nodo che viene contestato al Comune con la protesta di ieri.

Provocatoriamente Hamid e Singh hanno indossato abiti da turisti, per segnalare che solo i visitatori trovano casa: non aver preso in mano per tempo la gestione del mercato, con la conseguenza che nel privato non si trova nulla da affittare, con l’effetto a catena che chi potrebbe pagare va a occupare dormitori nati per tutt’altro motivo o vive per strada. La questione, si diceva, non riguarda solo Brescia. Sul Garda, tanti comuni turistici hanno visto in questi ultimi anni svuotarsi i centri storici dai residenti, perché le case sono usate per i vacanzieri.

Ma lo stesso vale anche per altre città, tanto che a Milano il sindaco Beppe Sala ha chiesto più volte al Governo un intervento: il modello potrebbe esser quello di New York, che permette di “offrire“ soltanto le abitazioni in cui risiedono in prima persona. Per ora solo Venezia, in Italia, ha però poteri speciali per regolare il mercato. Intanto, però, la questione abitativa coinvolge fasce sempre più ampie di persone.

“Nel frattempo ci sono 400 alloggi comunali inutilizzati, come detto dalla stessa sindaca Laura Castelletti in campagna elettorale – spiega Umberto Gobbi, dell’associazione “Diritti per tutti“ –. Se venissero sistemati, potrebbero dare una risposta all’emergenza abitativa. Invece all’ultimo bando sono stati messi a disposizione 94 appartamenti per 1.106 famiglie: solo una famiglia su 10 riesce a vincere questa ruota. Stesso dicasi per le case Aler".