FEDERICA PACELLA
Economia

Biomattone, il progetto anti Co2 firmato Senini: la canapa per un’edilizia green

L’azienda di Montichiari presenta l’imnovativo materiale isolante per decarbonizzare il settore delle costruzioni

Massimo Senini, titolare della Senini Srl

Massimo Senini, titolare della Senini Srl

Montichiari (Brescia), 20 settembre 2025 – Un mattone isolante che regola l’umidità dell’aria e fissa Co2: si chiama Biomattone e si preannuncia come la nuova frontiera dell’edilizia circolare.

Il progetto arriva da Brescia, in particolare da Tecnocanapa, divisione dedicata alla bioedilizia di Senini, azienda di Montichiari fondata nel 1960, che si è evoluta da produttore di blocchi per murature a punto di riferimento nel settore dell’edilizia sostenibile. “Biomattone rappresenta una risposta concreta e scalabile alla sfida della transizione ecologica nel settore delle costruzioni – dichiara Massimo Senini, titolare della Senini Srl–. Il progetto parte dall’idea di offrire al mercato edilizio una soluzione ad alte prestazioni che sia al tempo stesso sostenibile e replicabile. I risultati raggiunti in termini di sequestro di Co2 e durabilità ne confermano la validità sia sul piano ambientale che costruttivo”.

Il biomattone in canapa e calce è stato sviluppato interamente in Italia per rispondere concretamente alla sfida della decarbonizzazione dell’edilizia. Biomattone, infatti, è un materiale completamente carbon negative che, per ogni metro cubo, contribuisce a rimuovere dall’atmosfera tra 44 e 105 kg di Co2, a seconda della combinazione con altri materiali biocompositi come il Bio Beton. Alla base del Biomattone c’è la canapa industriale, una delle piante più efficienti nella cattura del carbonio: ogni ettaro coltivato può assorbire fino a 15 tonnellate di Co2 all’anno, senza bisogno di pesticidi o fertilizzanti.

Oltre a rigenerare i suoli e favorire la biodiversità, la canapa, una volta raccolta, viene combinata con la calce per dare origine a un biocomposito che immobilizza il carbonio per l’intero ciclo di vita dell’edificio. Questo processo consente di ottenere costruzioni sostenibili che non solo riducono il proprio impatto ambientale ma che diventano veri e propri strumenti di fissaggio della Co2 atmosferica, contribuendo attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico.

“L’idea è che oggi non basta più costruire bene: dobbiamo costruire per rigenerare”, sottolinea Senini. Non si tratta di un prototipo o di un prodotto sperimentale, ma di una soluzione industriale già diffusa. Ad oggi, sono stati realizzati oltre 1.000 edifici nel mondo che hanno permesso di sequestrare complessivamente oltre 1.800 tonnellate di Co2, tale quantità corrisponde alla Co2 catturata da 36 ettari di bosco in 10 anni. Alla sostenibilità, questo materiale affianca performance tecniche di alto livello, necessarie per stare sul mercato, sia nelle nuove costruzioni che per ristrutturazioni in murature portanti, tamponamenti o sistemi a cappotto.

Qualche esempio? Biomattone è già stato adottato nella Facoltà di Veterinaria dell’Università di Pisa, con 700 metri cubi capaci di catturare 31 tonnellate di Co2.