
Abusi su minori, foto generica (Foto Germogli)
Brescia, 21 marzo 2015 - Due anni e otto mesi. Questa la pena richiesta dal pm di Brescia Isabella Samek Lodovici nei confronti di Giovanni Bonomelli, 63 anni, ex presidente della comunità di recupero Lautari a Pozzolengo, e dell’amica Michela Righetti, di venti anni più giovane. I due sono finiti a giudizio con l’accusa di atti sessuali con una ragazza di 16 anni ospite della comunità per tossicodipendenti. Il prossimo 10 aprile, dopo le repliche, la corte presieduta da Alessandra Sabatucci si riunirà in camera di consiglio per emettere la sentenza del procedimento penale che si sta svolgendo con la formula del rito abbreviato. I legali dei due imputati - Lautari è difeso dall’avvocato Alessandro Mainardi mentre Righetti (attualmente in carcere per un’altra condanna diventata nel frattempo definitiva) è difesa da Gianfranco Abate - hanno invece chiesto l’assoluzione per entrambi.
La vicenda venne a galla nel febbraio dello scorso anno quando, tra le pieghe di un’altra indagine - l’omicidio avvenuto nel novembre 2013 di Tiziano Stabile, trovato senza vita in un parcheggio nella zona industriale di Bedizzole - emersero alcune intercettazioni ambientali in cui si sentivano i due imputati e la giovane ospite della comunità parlare degli incontri avvenuti a casa del Bonomelli, ma anche in albergo, tanto a Brescia, quanto a Roma. Bonomelli, ex consuocero di Salvatore Ligresti, e Michela Righetti furono arrestati. L’ex presidente della comunità di recupero, che dopo l’arresto finì in ospedale per un malore, si è visto lo scorso giugno concedere gli arresti domiciliari essendo venute meno le esigenze della custodia cautelare in carcere, visto che già alcune ore prima dell’arresto era stato allontanato dal cda della Lautari.