Veleni Caffaro, la bonifica resta un miraggio

L’unica offerta arrivata sul tavolo del commissario è inadeguata. Doccia gelata per Brescia che dal 2001 attende il risanamento

di Federica Pacella

Nulla di fatto per la bonifica del sito industriale Caffaro a Brescia: l’unica offerta arrivata sul tavolo del commissario è inadeguata. Una doccia gelata, l’ennesima, per la città, che dal 2001 attende il risanamento dell’area contaminata da Pcb, diossine, arsenico, mercurio, derivanti dalle attività pregresse dello stabilimento chimico Caffaro spa, rimasta attiva dagli anni ‘30 agli anni ‘80. A dare la notizia è stato lo stesso commissario straordinario Mario Nova, che ha seguito l’iter della gara europea per mettere a terra il progetto di messa in sicurezza e bonifica firmato dalla multinazionale Aecom.

Una gara partita sotto la cattiva stella dell’aumento dei prezzi causato dal combinato disposto di Covid e guerra in Ucraina, tanto che solo il raggruppamento temporaneo di imprese composto da Greenthesis, Htr Bonifiche e Nico Srl, a giugno, aveva avanzato la sua proposta. La commissione di valutazione, tuttavia, l’ha rigettata per inammissibilità, in quanto la proposta poneva delle condizioni: in una nota allegata, il raggruppamento ha chiesto una revisione dei costi in linea con i prezzi di mercato. Una pratica insolita, come confermato dall’avvocatura di Stato il 17 novembre, tanto da portare alla dichiarazione di inammissibilità. "Una ricaduta negativa – spiega Nova – determinata dall’impazzimento dei prezzi per le opere pubbliche. Questo ha determinato l’assenza di offerte adeguatamente presentate in attuazione del bando di gara fatto a febbraio". Stando ai prezzi attuali, servirebbero altri 20 milioni di euro in più rispetto a quanto preventivato fino ad ora (70 milioni il valore del progetto di Aecom, 62 milioni i fondi disponibili). Ieri pomeriggio, Nova ha comunicato la notizia all’Osservatorio comunale Caffaro, a cui era presente anche l’onorevole Simona Bordonali, oltre che l’assessore comunale Fabio Capra.

"C’è l’impegno di tutte le istituzioni per promuovere il recupero di nuove risorse", ha fatto sapere Nova a conclusione dell’incontro. Nel frattempo, però, si lavorerà anche per impegnare i fondi stanziati su interventi più limitati. "Il progetto di bonifica resta quello – spiega Nova – dobbiamo estrarre delle opere prioritarie, che riusciamo a finanziare". Si pensa, quindi a una gara per partire con demolizione dei capannoni, gestione della barriera idraulica e bonifica dei punti più inquinati. Viste le incertezze sui tempi di inizio, però, al nodo bonifica rischia di aggiungersi quello della gestione della barriera idraulica che Caffaro Brescia (società che ha lavorato in affitto in via Milano dal 2011 al 2021) sta mettendo a punto, sulla base di un accordo con la Procura. Da giugno, quando la ditta lascerà il sito, servirà qualcuno che la gestisca: si farà una gara per questo, ma si pensa anche un piano B, che potrebbe portare la stessa struttura commissariale ad occuparsene direttamente.