Universitari sulle barricate "No ai rincari della mensa"

Udu-Studenti per Brescia appende striscioni nei punti più simbolici dell’Ateneo. L’aumento del 30 per cento proposto inizialmente è ora arrivato fino al 45

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di Federica Pacella

"Non siamo bancomat". Lo hanno rimarcato gli universitari attraverso i rappresentanti di Udu-Studenti per Brescia con una decina di striscioni appesi nei luoghi più simbolici delle diverse sedi dell’Ateneo di Brescia a fronte del rincaro previsto per il servizio mensa. La revisione delle tariffe è stata indicata come necessaria a fronte dell’aumento generale dei prezzi, impossibile da coprire con importi che sono fermi da nove anni.

"Siamo consapevoli – spiega Serena Pelamatti, coordinatrice dell’associazione studentesca – che è necessario l’adeguamento dei prezzi, visto il contesto attuale. Tuttavia la proposta iniziale era stata di un aumento del 30% mentre ora siamo arrivati al 45". Con l’apertura della nuova mensa in corso Mameli, l’Università ha deciso di non rinnovare le convenzioni con i locali vicini alle sedi di Economia e Giurisprudenza (scelta su cui Udu aveva chiesto una proroga, almeno fino a quando non sarà pronto il nuovo stabile di via Porta Pile).

Il rinnovo di gestione dei servizi mensa ha comportato un aumento del costo del pasto intero e ridotto per l’Ateneo, che ha dunque deciso di rivedere le tariffe. Il Senato Accademico ha espresso parere favorevole ad aumentare le fasce Isee e i prezzi del servizio con aumenti che vanno dai +189 euro per la fascia Isee da 0 a 12mila euro fino a +500 per la soglia sopra i 70mila euro. Per le fasce intermedie, tra i 24 e i 40mila euro Isee; la spesa annua passerà da 1.102 euro a 1.433 euro. Al netto delle borse di studio, nella fascia Isee più alta a Brescia il pasto intero arriverebbe a 7,11 euro, poco meno dei 7,55 euro di Bergamo, mentre nelle mense della Statale di Milano il pranzo va dai 4,75 euro ai 5,90; a Pavia il massimo è di 6,50 euro.

"Ci è stato fatto presente che c’è stato un forte sconto sul trasporto – spiega Pelamatti – ma ciò non dovrebbe significare che quello che han tolto sul Tpl debba esser fatto pagare per la mensa". Ancora più complicata la situazione dei tirocinanti delle professioni sanitarie, che vedrebbero un aumento del pasto del 125% (da 2 a 4,90 euro al giorno) perché l’Asst Spedali Civili non avrebbe previsto ulteriori finanziamenti sulle mense, nonostante l’aumento dei prezzi. Il tema è ancora in discussione, dato che il Cda dell’Ateneo ha chiesto un nuovo incontro con l’Asst per incentivare la copertura. Lo stesso Cda però nei giorni scorsi ha approvato l’aumento dei prezzi per il servizio. "Lunedì ci sarà un nuovo Cda – conclude Pelamatti – Vedremo come va. Noi di certo non ci fermiamo".