Umberto e Greta uccisi sul lago di Garda: tac sulla 25enne, proseguono le indagini

I due giovani sono stati travolti da un motoscafo. Indagati i due tedeschi alla guida: "Non ci siamo accorti di nulla". Solo uno di loro si è sottoposto all'alcoltest

Le vittime: Greta Nedrotti e Umberto Garzarella

Le vittime: Greta Nedrotti e Umberto Garzarella

Salò (Brescia) - E' iniziata questa mattina e riprenderà domani, sabato 26 giugno, l'autopsia sul corpo di Greta Nedrotti, la 25enne morta sabato notte nelle acque del Lago di Garda a Salò. La giovane ha perso la vita dopo essere stata travolta dal motoscafo di due turisti tedeschi, mentre era su una barca con Umberto Garzarella, 37 anni che è deceduto sul colpo. L'autopsia riprenderà domani perché dovrà essere eseguita una tac all'altezza del torace e della gola della giovane per capire se anche lei è morta all'istante o se è deceduta dopo per annegamento. Il corpo della giovane era stato recuperato dopo 12 ore di ricerche a cento metri di profondità con le gambe semi amputate. Patrick Kassen e Cristian Teismann, i due turisti di 52 anni, sono indagati a piede libero per omicidio colposo e omissione di soccorso. 

La dinamica dell'incidente

In merito alla dinamica dell’investimento chi indaga ha un’idea già chiara, che è stata corroborata da testimonianze oculari e dalle immagini di alcune telecamere che sono piazzate a bordo lago, e che avrebbero ripreso qualche sequenza ritenuta utile: l’Acquarama poco prima delle 23,30 sarebbe piombato a velocità sostenuta, si ipotizza ben oltre i 5 nodi consentiti per la navigazione in notturna nel lago a 300 metri dalla riva, sulla barchetta in legno di Umberto Garzarella, quasi ferma sull’acqua con la luce di posizione accesa e poi rotta nell’impatto. La chiglia del motoscafo è entrata come un coltello affilato nel gozzo, squarciando la prua dela piccola imbarcazione. Le assi in legno divelte in parte sono rimaste incastrate sotto il motoscafo, che ha riportato dei danni, tanto che ha preso a imbarcare acqua; in parte, invece, avrebbero trafitto all’addome il povero caldaista, spinto sul fondo dell’imbarcazione. La studentessa invece si ritiene sia stata scaraventata in acqua dal Riva – è stata ripescata a 98 metri di profondità - e ferita alle gambe dalle eliche. 

Perizia cinematica

Ma è in programma anche la disposizione di una perizia cinematica, per ricostruire la velocità tenuta dal motoscafo al momento dell’incidente, e la ricostruzione tramite gps e i cellulari degli indagati – già nelle mani del pubblico ministero Maria Cristina Bonomo – dei loro spostamenti prima e dopo lo schianto. Obiettivo di inquirenti e investigatori infatti è cristallizzare la gravità della colpa e delle condotte, in vista non solo del processo, ma anche di eventuali provvedimenti successivi.

L'affetto di Salò e Toscolano

Nel frattempo le comunità di Salò e Toscolano si sono strette attorno alle famiglie di Umberto Garzarella e Greta Nedrotti, e hanno avviato una raccolta fondi per aiutarle a sostenere le spese legali alle quali andranno incotro.

Le vittime

Le vittime sono Umberto Garzarella, 37 anni, di Salò. Titolare con il padre di una ditta di manutenzione caldaie, la Immergas. Sportivo con la passione per la nautica, è stato rinvenuto nel suo gozzo in legno distrutto al largo del porto di Portese, di fronte a Salò, con il ventre lacerato. E Greta Nedrotti, dieci anni di meno, studentessa di Economia di Toscolano e impiegata in uno studio fiscale, è stata ripescata a 98 metri di profondità con ferite alle gambe.

I due tedeschi indagati

Patrick Kassen e Cristian Teismann, i due turisti tedeschi di 52 anni che erano alla guida del motoscafo Riva di loro proprietà, sono indagati a piede libero per duplice omicidio colposo e omissione di soccorso. Sono rientrati in Germania. "Ma non vuol dire che sono scappati", ha sottolineato il loro avvocato Guido Sola. E ancora: "Sono disintegrati per che quel è successo a quei poveri ragazzi. Dopo aver reso interrogatorio fino alle due di notte semplicemente sono tornati a casa, a Monaco, dove hanno moglie e figli. Parliamo di professionisti affermati, padri di famiglia che mai hanno avuto problemi con la giustizia. Esperti di navigazione con patente nautica da 30 anni. Non intendono sottrarsi alle autorità". Eppure, solo uno si è sottoposto all’alcoltest disposto con urgenza domenica dalla procura per accertare in quali condizioni psicofisiche si trovasse al momento dell’incidente. L’esito – a 12 ore dal fatto – è negativo. L’amico, invece, si è rifiutato. Stando ai carabinieri e al pm Maria Cristina Bonomo i 50enni bavaresi – uno è direttore commerciale, l’altro direttore finanziario – sabato sera dopo avere cenato sulla sponda veronese del lago sono rientrati a Salò con il Riva di uno di loro, e durante il viaggio alle 23.30 hanno travolto i ragazzi. "Non si sono accorti di nulla, i motori potenti coprono i rumori, e non avevano visto luci di barche in acqua – continua l’avvocato –. Poi quando hanno ormeggiato la barca hanno notato che imbarcavano acqua e capito di avere avuto un incidente. Ma pensavano all’urto di un tronco". I due poi, prima di rientrare all’hotel Duomo nel centro di Salò, hanno proseguito la serata al bar. In molti sostengono di averli visti ubriachi, e uno era ferito. La domenica seguente i carabinieri hanno rintracciato alla nautica Arcangeli il Riva danneggiato. Grazie alle telecamere hanno avvistato chi guidava.

Il codice per gli incidenti nautici

La notizia del ‘rifiuto’ ha generato qualche alzata di sopracciglio in procura, dove già sono alle prese con la lacunosità del codice nel caso di incidente nautico, non equiparato all’omicidio stradale e normato in modo più blando, in termini di omicidio colposo. Un reato per il quale, essendo la pena più mite, non può scattare il fermo. Così anche la ricerca della verità processuale diventa un percorso a ostacoli. "C’è un buco nella legislazione enorme – ha sottolineato il procuratore Francesco Prete –. Per gli incidenti nautici non c’è una norma che preveda un prelievo di sangue coattivo per verificare la presenza di alcol e droghe come per gli incidenti stradali, non è prevista alcuna aggravante di ubriachezza. Ciò significa che ci si può mettere al timone dopo avere bevuto una bottiglia di whisky, lanciarsi a 80 nodi, uccidere qualcuno ed essere puniti con un massimo di 5 anni".