
Le tute gialle sono state presenti con una rete di 1.840 uomini e donne volontari
Brescia, 11 giugno 2020 - Oltre 2,6 milioni di mascherine distribuite in comuni, con una rete di 1.840 volontari attivati in poco più di 3 mesi. La Protezione civile bresciana fa un bilancio dell’attività svolta nei mesi di emergenza Covid-19, con una punta di polemica che mette al centro un tema tutt’altro che secondario. "Abbiamo distribuito dpi, recuperati spesso grazie a donazioni, ovunque servissero, per il Tpl, nei musei. Proviamo a pensare – sottolinea il consigliere provinciale delegato Antonio Bazzani – se questa struttura non avesse avuto i volontari?".
Una domanda non retorica in vista di un’eventuale seconda ondata e di alcuni pensionamenti che peseranno all’interno di un’organizzazione in cui esperienza e capacità possono fare la differenza. "Questa è stata una prova importante – sottolinea Bazzani – che ha testato sia la struttura di Protezione civile, sia il rapporto col mondo del volontariato e con i Comuni". La colonna mobile è stata impiegata per le attività di montaggio e smontaggio di tende pre-triage e gazebo per lo screening sanitario; sono stati gestiti fino a 664 volontari in un giorno, per un totale di 29.257 attivazioni complessive. È stata data, inoltre, piena collaborazione ai 205 centri operativi comunali ed alle scuole per la distribuzione dei tablet agli studenti. Molte le difficoltà, soprattutto all’inizio, per il reperimento del materiale. "Abbiamo fatto una raccolta fondi – ha spiegato il presidente del Comitato di coordinamento del volontariato di Brescia, Enrico Musesti – per fornite strumenti di protezione e disinfezione dei veicoli ai volontari, che ne erano sprovvisti". Per il presidente della Provincia, Samuele Alghisi, "abbiamo dimostrato di saper reggere, mettendoci a disposizione anche per cose che non erano direttamente nella nostra disponibilità".
Eredità dell’emergenza Covid è l’incremento di richieste di volontariato. "Abbiamo fatto partire un corso a distanza – sottolinea Giovanmaria Tognazzi, dirigente provinciale – per formare 300 nuovi volontari". Un percorso che, come sottolinea Bazzani, è garanzia per il lavoro svolto sul campo. "Chi vuole mettersi a disposizione – conclude – deve seguire la formazione ed un percorso definito. Il grande equivoco che si potrebbe avere con gli assistenti civici, invece, è che non si sa cosa fanno".