Traffico di cuccioli dall'Est Europa, il "sistema" aveva base nel Bresciano: due denunce

I carabinieri hanno identificato le titolari di un allevamento di chihuahua a Bedizzole

Traffico di cani, i cuccioli sequestrati

Traffico di cani, i cuccioli sequestrati

Brescia, 17 luglio 2019 - Scoperto un traffico illecito di cuccioli di chihuahua dall'Est Europa. Sotto sequestro 56 cani, due donne denunciate, rintracciati, tra le altre cose, 150 pedigree falsificati e numerosi farmaci ospedalieri. L'indagine, avviata da mesi e coordinata della procura di Reggio Emilia, ha dimostrato come due donne, titolari di un allevamento di chihuahua a Bedizzole avessero messo in piedi un sistema che garantiva l'importazione degli animali i quali, dopo aver falsificato la documentazione ed aver apposto i microchip illecitamente detenuti, venivano rivenduti assicurando così ingenti guadagni.

Gli animali venivano portati in Italia e consegnati, dopo lunghi viaggi stipati in piccole scatole di cartone, all'allevamento in orari improbabili o, in taluni casi, erano le stesse donne che si recavano all'estero con due auto prese a noleggio facendo il viaggio di rientro, dopo aver prelevato i cani in un'area di servizio autostradale, a debita distanza tra loro affinché l'auto davanti potesse segnalare a quella che la seguiva l'eventuale presenza di controlli da parte delle forze dell'ordine, in modo da fermarla o farle cambiare strada.

Conclusa la fase preliminare, i carabinieri venerdì scorso hanno dato corso ad una serie di perquisizioni, eseguite nella sede legale dell'allevamento e in altri luoghi nella disponibilità delle due indagate, siti nei comuni di Luzzara (Re), Correggio (Re), Pavullo nel Frignano (Mo) e Ponte San Marco che hanno consentito di rinvenire e sequestrare 56 cani chihuahua, 150 pergamene pedigree di cui 3 già abbinate a microchip non inoculato, numerose confezioni di farmaci ad uso ospedaliero, presidi medico-chirurgici, materiali per medicazione e materiale sanitario per la pulizia, passaporti rilasciati da autorità straniere a favore di cani non presenti nell'allevamento, libretti veterinari associati ad animali non presenti, libretti veterinari in bianco ed anche un blocco di carta intestata 'Servizio sanitario regionale Emilia Romagna - Azienda unità sanitaria locale di Modena', usato verosimilmente per la falsificazione di certificazioni. Le due indagate dovranno ora rispondere dinanzi all'autorità giudiziaria dei reati di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, esercizio abusivo di una professione e frode nell'esercizio del commercio.