
Le indagini sulla spiaggia di Maderno
Toscolano Maderno (Brescia), 27 maggio 2019 - Muore durante una lezione pratica del corso di immersione, e della tragedia rispondono penalmente il presidente della società e l’istruttore. A quasi 6 anni di distanza approda in Tribunale la drammatica fine di Paolo Di Martino, il sub 42enne di Brescia deceduto il 30 giugno 2013 al largo del lido di Maderno, sul lungolago Zanardelli. Il sostituto procuratore Katy Bressanelli ha ottenuto il rinvio a giudizio per Luciano Cresseri, il presidente dell’associazione sportiva Sommozzatori bresciani Leonessa di Concesio, e per il dive master Padi, Astore Santoro. I due, difesi dall’avvocato Aldo Cimino del Foro di Milano, sono a dibattimento per omicidio colposo. La magistratura li accusa di non avere messo in atto tutte le norme e le procedure di sicurezza necessarie per impedire che l’incidente avesse conseguenze mortali.
Era una domenica mattina piena di sole quando è accaduto il peggio, sotto gli occhi dei bagnanti stesi in spiaggia. Di Martino, iscritto alla società sportiva Leonessa, aveva programmato l’immersione nel lago di Garda con un’altra quindicina di compagni di corso. Da qualche tempo la zona antistante al lido di Maderno era stata data in concessione ai sommozzatori che avevano installato sul fondale una piattaforma e la utilizzavano per le esercitazioni. Il gruppo era impegnato nel conseguimento del brevetto di livello avanzato, quello che consente di immergersi a 40 metri, e quel giorno si era calato in acque profonde. Una palestra abituale per i sub, che l’avevano già sperimentata molte altre volte. All’improvviso però qualcosa è andato storto. Di Martino si trovava tra i 30 e i 40 metri quando sembra si sia sentito male. Ha cercato disperatamente di guadagnarsi la superficie, e quel ritorno a galla accelerato senza rispettare i tempi di decompressione gli è stato fatale. Ad accorgersi che il compagno si trovava in difficoltà è stato il presidente, Luciano Cresseri, tra i partecipanti all’immersione. Cresseri, all’epoca 59 anni, si era precipitato verso il sub che arrancava. Uno sforzo inutile.
Anzi, il tentativo di aiutarlo a riemergere per un miracolo non gli è costato caro. Accompagnato in eliambulanza alla camera iperbarica dell’ospedale Città di Brescia, il presidente si è salvato. Di Martino, invece, padre di una figlia e titolare di un’azienda che si occupa di promozione pubblicitaria in città, non ce l’ha fatta. Gli amici lo hanno trascinato a riva, un bagnante esperto di rianimazione gli ha praticato il massaggio cardiaco, ma non è servito. È morto sulla spiaggia. Centrale nel processo, già entrato nel vivo, l’esito dell’autopsia. Nel corpo del sub infatti sarebbero state trovate tracce di cocaina. Un risultato che potrebbe far gioco alla difesa.