
Gli accertamenti sulle attività dei coniugi Rossini non sono ancora giunti al termine e un terzo filone si è aperto a vicenza
La loro storia aveva fatto il giro d’Italia. Marito e moglie di mestiere rottamai, nessuna grana giudiziaria apparente alle spalle, balzarono agli onori delle cronache per avere interrato in giardino circa 15 milioni, compresi i contanti rinvenuti nella mansarda del figlio, poco più che ventenne. Arrestati nell’autunno 2022, Giuseppe Rossini, 50 anni, e Silvia Fornari, 43, furono condannati in abbreviato a 4 anni. Il 29 maggio avranno saldato tutti i loro conti con la giustizia ma una nuova grana è all’orizzonte: un’altra inchiesta della pm Claudia Passalacqua e della Finanza che li vede al centro di una presunta frode fiscale a base sempre base di fatture false, e un’evasione che tra il 2021 e il 2023 ammonterebbe a 100 milioni di euro. La procura ha disposto un sequestro di 33 milioni, finora in rimasto in gran parte sulla carta - l’avvocato Lorenzo Cinquepalmi,che assiste i Rossini, precisa che "finora sono stati sequestrati solo 180 mila euro di una polizza intestata a un parente 15 anni fa, un atto già impugnato", ma la caccia ai soldi non si ferma. Nell’ambito dell’inchiesta bis, ieri si è aperta l’udienza preliminare per Rossini e consorte e altre cinque persone, presunti prestanome - alcuni già condannati nella precedente indagine - legati al vorticoso giro di ’nero’ che per l’accusa fa capo ai rottamai di Gussago. Davanti al gup Cesare Bonamartini è comparsa Silvia Fornari, mentre era assente Giuseppe Rossini, al quale non è stata data per tempo l’autorizzazione a recarsi in aula (marito e moglie scontano gli ultimi giorni della condanna a 4 anni ai domiciliari) dunque l’udienza è stata rinviata al 9 ottobre.
B.Ras.