Quentin Tarantino e Vittorio Sgarbi, cena con risotto e Lambrusco: “È innamorato di Bertolucci e Pasolini”

Brescia, il sottosegretario alla Cultura, insieme alla sorella Elisabetta Sgarbi, tra gli invitati al ristorante La Sosta con il regista americano dopo la presentazione al Teatro Grande

L'arrivo di Quentin Tarantino al Teatro Grande di Brescia

L'arrivo di Quentin Tarantino al Teatro Grande di Brescia

Brescia – Serata davvero speciale quella di ieri al ristorante “La Sosta” di Brescia. Il locale è infatti rimasto chiuso al pubblico intorno dalle 23 per far posto a una tavolata d’eccezione. Tra le colonne delle antiche sale di palazzo Martinengo delle Palle era infatti ospite Quentin Tarantino, reduce dalla serata al Teatro Grande per la presentazione del suo libro “Cinema Speculation”.

Insieme al regista premio Oscar una ventina di persone: tra loro Elisabetta Sgarbi, fondatrice della Nave di Teseo, casa editrice che pubblica in Italia Tarantino, e il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

Il menu per il cineasta americano prevedeva risotto con gli asparagivitello tonnato accompagnato da purè. Il tutto innaffiato da vino rosso della casa, con una “incursione emiliana” tentata da Sgarbi. "Gli ho fatto provare il Lambrusco – racconta il sottosegretario – Ma non sono sicuro che gli sia piaciuto. L’ha assaggiato, ma poi ho visto che ha continuato a bere il rosso che aveva nel bicchiere”.

Allora Sgarbi, com’è andata la serata?

"Purtroppo sono stato trattenuto da un collegamento televisivo con Formigli e quindi sono arrivato un po’ tardi – spiega Sgarbi – Quando mi sono seduto a tavola avevano già finito il primo. È stata però una cena molto piacevole: il ristorante lo conosco bene perché ci sono stato più volte, e anche Tarantino credo abbia gradito”.

Di cosa avete parlato durante la cena?

“Di molte cose, e in particolare Tarantino ha parlato di Bernardo Bertolucci e Pier Paolo Pasolini, due registi italiani che lui apprezza molto”.

E il dopo cena?

“Siamo usciti intorno a mezzanotte e mezza e lui si è intrattenuto con un gruppo di ragazzi che erano fuori dal locale e che, evidentemente, ci avevano seguiti. È stato molto cordiale, si è anche fatto scattare qualche fotografia con loro. Non so esattamente da cosa dipendesse tutta la segretezza che ha accompagnato l’evento. La regola dei telefonini imbustati e schermati durante la serata a teatro forse è stata dettata dalla necessità che l’appuntamento non fosse rovinato da continui scatti di foto. Io comunque il mio telefono l’ho tenuto con me, acceso”.