Strage di Brescia, il caso si riapre. C’era anche un ragazzino neofascista

L’ipotesi: era tra gli esecutori dell’attentato in piazza della Loggia

Una foto dell’epoca racconta la strage di piazza della Loggia

Una foto dell’epoca racconta la strage di piazza della Loggia

Brescia, 23 luglio 2016 - Possibile svolta in un nuovo filone di inchiesta sulla strage di piazza della Loggia di Brescia, il 28 maggio 1974. Un uomo allora minorenne, Marco Toffaloni, potrebbe avere avuto un ruolo nei fatti. Anche se la vicenda appare ancora tutta da chiarire. Dall’incidente probatorio effettuato su alcune delle fotografie Marco Toffaloni, un neofascista che all’epoca aveva 16 anni, è stato riconosciuto tra i presenti in piazza la mattina dell’attentato terroristico che uccise otto persone e ne ferì un centinaio con una bomba posizionata in un cestino. L’esplosione avvenne durante una manifestazione antifascista. Toffaloni risulta indagato da anni dalla Procura dei Minori di Brescia per concorso in strage. È quanto emerso dalla relazione dei periti resa nota ieri al Tribunale dei Minori di Brescia, dove le fotografie della mattina dell’esplosione sono state comparate con alcune immagini sequestrate nell’abitazione dei genitori di Toffaloni, oggi 59enne.

L'uomo vive in Svizzera. Lo scorso anno il procuratore dei Minori di Brescia Emma Avezzù avrebbe voluto interrogarlo per rogatoria, ma Toffaloni non si presentò. «Quello emerso oggi è un elemento che sicuramente conforta la tesi dell’accusa – sostiene il magistrato –. Se, come noi pensiamo, ci saranno altri elementi, saremo motivati ad andare avanti e non archiviare». La strage di piazza Loggia è stata al centro, negli anni, di infinite udienze e processi. Non si è mai arrivati alla chiarezza assoluta. La tappa più importante è quella del 22 luglio 2015, quando i giudici della Corte di Assise di appello di Milano hanno condannato all’ergastolo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, chiudendo il processo d’appello bis sulla strage. Maggi, che secondo l’accusa sarebbe stato il mandante dell’attentato e Tramonte, che invece avrebbe partecipato alla pianificazione della strage, erano stati assolti nel primo processo d’Appello con una sentenza annullata dalla Cassazione che aveva disposto un nuovo processo di secondo grado. La Corte d’Assise d’appello condannato Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte a risarcire a Giorgio Trebeschi un milione e mezzo di euro per i danni non patrimoniali subiti, dato che nella strage, quando aveva appena un anno, perse i genitori.