BEATRICE RASPA
Cronaca

Sos criminalità giovanile. Sei in cella tra i 18 e i 22 anni: "Rapine con violenza cieca"

Baby gang bresciane nel mirino delle forze dell’ordine che operano in sinergia. Per il giudice "comportamenti bestiali" volti "all’annientamento" delle vittime.

La stazione è uno dei punti più “caldi“ dove si concentrano le emergenze per carabinieri polizia di Stato e Polfer

La stazione è uno dei punti più “caldi“ dove si concentrano le emergenze per carabinieri polizia di Stato e Polfer

Avvicinavano le vittime con la scusa di chiedere una sigaretta. E poi per impossessarsi di collanine, smartphone, giubbotti e contanti mettevano in scena un crescendo di violenza inaudita, accerchiando i malcapitati – anche minorenni – pestandoli e addirittura in un caso inseguendoli fin dentro il garage di casa. Sono i sei ragazzi finiti in cella nella scorse ore al culmine di un’indagine congiunta di carabinieri e polizia di Stato. Si tratta di Mohamed Amine Ben Hassen, Morsi Ben Salem, Khouna Seif Eddine, Ahmed Labeoui, Helmi Gharsslwol Helmi, Mohammed Essousi, Aziz Mohamed Elamri. Ibrahim Elsohait, Houssem Ben Nasr, Melek Garaydi. Tutti originari della Tunisia tra i 18 e i 22 anni – ne mancano all’appello altri due, ricercati – i giovani rispondono a vario titolo di almeno sei rapine aggravate commesse tra gennaio e marzo in zona stazione.

Tutti più o meno incensurati – ma con alle spalle una raffica di arresti e denunce – per la gip Angela Corvi sono avvezzi a "un uso smodato della violenza", "hanno palesato un’assoluta incontenibilità e una radicale insensibilità alle prescrizioni del vivere civile", tali da rendere "imponente" il rischio di reiterazione del reato e "necessaria" la esclusiva permanenza in cella. Agli atti è registrata una sequenza impressionante di aggressioni con pugni, calci, sassate, spray al peperoncino, minacce di morte con oggetti appuntiti, inseguimenti anche su binari e treni o appunto fin dentro il box di una delle vittime.

Gli indagati non avrebbero risparmiato nemmeno un capotreno e un agente della Locale di Botticino, che in due occasioni distinte avevano tentato di frapporsi alla violenza cieca in corso sui malcapitati, accerchiati, rincorsi, percossi "al solo fine di ottenere un giubbotto e poche centinaia di euro". La giudice sottolinea quanto sia "spaventoso e raccapricciante l’episodio del 9 gennaio, quando un ragazzo è stato follemente inseguito. Malmenato con ferocia tale per cui solo il suo istinto di sopravvivenza che lo portava a fuggire disperatamente gli evitava più gravi conseguenze". Ma non è l’unico: l’ordinanza definisce "bestiali" anche le altre rapine, caratterizzate da modalità di "annientamento" delle vittime, su cui veniva sfogata "una violenza davvero gratuita e sproporzionata".