Brescia: cercò di soffocare la moglie nel sonno, ma agì da sonnambulo. Assolto

Si è chiuso il processo a un 58enne residente in Valcamonica: la donna lo svegliò con un morso. Il perito del gip: “Aveva il cervello spento”

Tribunale di Brescia (Archivio)

Tribunale di Brescia (Archivio)

Brescia, 22 febbraio 2024 – Cercò di soffocare la moglie, ma quando agì si trovava in stato di sonnambulismo. Una condizione che è riuscita a dimostrare davanti al giudice, “conquistando” così l’assoluzione.

In aula

Questo l’esito di un processo intentato ai danni di un 58enne residente in un paese della Valcamonica. L’uomo era stato arrestato il 4 gennaio del 2021, con l'accusa di aver cercato di soffocare la moglie nel sonno. Da allora lui e il suo avvocato hanno lavorato per dimostrare che l’uomo aveva agito da sonnambulo. Riuscendoci in sede di processo, celebrato davanti al giudice per le indagini preliminari.

“Aveva il cervello spento", così ha detto in aula il perito nominato dal gip Liborio Parrino. "L'uomo non poteva rendersi conto di quanto stava facendo". Una tesi accolta anche dal pubblico ministero che ha chiesto l'assoluzione.

I fatti

Svegliato da un morso della moglie e dopo essersi reso conto della gravità di quanto fatto, il 58enne quella notte si lanciò dal terzo piano e si fratturò entrambe le gambe. Rimase piantonato in ospedale per quattro mesi. La donna non ha mai pensato che volesse ucciderla e per questo non si è costituita parte civile contro di lui.