
Il provvedimento è stato eseguito dalla Guardia di Finanza
Brescia - Appropriazione indebita, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e trasferimento fraudolento di valori. Sono le accuse che la Procura muove nei confronti di un avvocato penalista bresciano di 68 anni, nelle scorse ore destinatario di un maxi sequestro preventivo pari a circa un milione e trecentomila euro. Il provvedimento è stato chiesto dal sostituto procuratore Carlo Pappalardo e firmato dal gip Giulia Costantino, che ha dato il via libera ai sigilli. Le Fiamme gialle hanno interrotto le vacanze del professionista notificandogli la brutta sorpresa, l’atto che dispone il congelamento di contanti, conti correnti e quattro o cinque auto di alta gamma nelle sue disponibilità. L’operazione è il culmine di un’inchiesta nata nel 2019 sulla scorta della denuncia sporta da alcuni ex soci del penalista, che per un periodo era stato presidente del consiglio di amministrazione (prima) e liquidatore (poi) di una spa con sede a Borgosatollo e a Brescia finita a gambe all’aria.
Stando ai riscontri investigativi raccolti nel corso dei mesi dalla Guardia di Finanza, l'uomo si sarebbe approfittato della propria posizione sottraendo le risorse aziendali agli ex soci investitori e ne avrebbe beneficiato a piacimento per vari scopi personali. Ovvero, con quei soldi avrebbe acquisito società operative nel settore bancario, avviato attività imprenditoriali e si sarebbe comprato auto di lusso e viaggi. Il tutto – questa almeno la tesi della magistratura che dovrà trovare riscontro in Tribunale – dissimulando la provenienza illecita dei capitali. La Procura e i finanzieri infatti sono convinti che l’avvocato abbia messo le mani nei conti correnti della società in liquidazione e abbia trasferito il contenuto ai suoi familiari più stretti, nello specifico alla moglie e alla figlia. Le due, coinvolte dalla medesima inchiesta e sotto indagine limitatamente all’ipotesi di riciclaggio, avrebbero ricevuto bonifici e assegni bancari.