
Brescia, il documentario è firmato da Silvia Ghirardi e Silvia Cascio. Ospite del First hermetic international festival in corso a Venezia.
A Mussolini predisse la morte tramite lo sparo di una pallottola. Alla moglie di Gabriele d’Annunzio l’incontro col figlio prima di morire. Storie che raccontano di predizioni, alcune effettivamente verificatesi, altre avvolte forse un po’ nella leggenda, ma che hanno contribuito ad alimentare il fascino di Semiramide, la sensitiva più in voga nel primo ‘900. Nata in via San Faustino a Brescia nel 1907 e trasferitasi poi a Sarezzo nel 1953, la veggente riceveva i propri clienti nello studio in via Aleardo Aleardi in città: tra loro, Mussolini, Augusto Turati e Italo Balbo, personaggi dello spettacolo, come Vittorio Gassman e Gina Lollobrigida. Molto conosciuta all’epoca, la sua figura è stata un po’ dimenticata invece dopo la morte. A recuperarne la memoria, con storie anche inedite, ci ha pensato il documentario “A Semiramide“, firmato da Silvia Ghirardi e Silvia Cascio, che hanno raccontato in 50 minuti il frutto di un lavoro di ricerca tra archivi, documenti ed interviste, durato 3 anni. Ad un anno dalla prima proiezione ufficiale, ora il documentario è stato selezionato per la settima edizione del First Hermetic International Film Festival di Venezia, festival di settore dedicato alle dottrine ermetiche, nella categoria documentario (lungometraggio), in corso fino a domani. In gara, col documentario bresciano, oltre una trentina di titoli provenienti da Stati Uniti, Messico, Polonia, Canada, Francia, Germania, Spagna, ex Cecoslovacchia e Bulgaria, che esplorano le questioni della vita, della morte e dell’ignoto. Anche “A Semiramide“ esplora con occhio critico quanto la leggenda ha alimentato attorno a questa figura. Figlia d’arte (la madre, Semiramide Vernia era celebre chiromante dell’800), era una donna che, all’apparenza, non aveva nulla di arcano o artefatto. Al tempo, del resto, grafologia e chiromanzia avevano il valore di scienza, tanto che poté svolgere la sua professione con la licenza di grafologia e chiromanzia rilasciata dalla Questura.
Laureata in Francia, viaggiò molto, ma fu Villa Usignolo, a Sarezzo, e poi Brescia, il centro della sua attività. A lei si rivolsero anche Umberto di Savoia, Trilussa, Pirandello, Maria Callas, personalità internazionali (anche l’aviatore statunitense Charles Augustus Lindbergh) ma anche persone comuni. "Una delle storie che più mi ha colpito – racconta Ghirardi, che ha curato le ricerche – è quello dell’aviatore di Desenzano, Mario Visconti, a cui siamo risaliti da una foto contenuta nell’archivio storico di Gardone Val Trompia. Partito per la guerra in Spagna, come volontario a supporto di Francisco Franco, per un errore venne dato per morto, tanto che venne fatto anche il funerale. Semiramide aveva però detto alla madre che il figlio era vivo, e in effetti, dopo nove mesi, è tornato". Nel percorso di scoperta, più di una volta le autrici hanno avuto dubbi sulla veridicità di alcune informazioni: a volte hanno avuto ragione a dubitare, in altre hanno dovuto cedere il passo alla fondatezza di alcune notizie rimaste fino ad oggi. Tra le dicerie, quella legata alla figlia della veggente, di cui si diceva avesse i piedi da capra. Maldicenze che scoperchiano un aspetto molto intimo della vita di Semiramide, ma anche molto attuale nel rappresentare la condizione femminile. "Per via della propria attività, Semiramide - spiegano le autrici - subiva dai rappresentanti della Chiesa una pesante pressione. I sacerdoti che a turno venivano a celebrare la messa nella sua cappella privata le dicevano che la causa della disabilità della figlia era la sua professione. Se avesse smesso, le dicevano, sua figlia sarebbe guarita".