
La 39enne era stata colpita dalle coltellate del marito fuori da un supermercato. La Rete Bergamasca antiviolenza e le Rsu dell’azienda per cui lavora unite:. "Vogliamo aiutarla concretamente, conti su di noi. Le istituzioni diano un segnale".
Doppiamente vittime. Di chi le ha maltrattate e di un sistema che, nonostante la buona volontà di tanti operatori e di qualche misura messa in campo, non riesce ancora a consentire a tutte le donne vittime di violenza di tornare (o cominciare) ad essere indipendenti e libere. A monte, si parte già da uno squilibrio, perché reddito e occupazione non sono le stesse: in generale, in Lombardia, le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, circa 10mila euro all’anno. Per chi è vittima di violenza, le conseguenze si amplificano.
Una realtà ben nota a chi opera nei centri antiviolenza, come quelli bresciani. Lo raccontano Moira Ottelli (Centro Butterfly) e Catia Piantoni (rete di Daphne) che, tra le donne prese in carico nel territorio, hanno quattro ragazze tra i 20 e i 32 anni che non hanno potuto iniziare o proseguire gli studi universitari a causa della violenza domestica subita. Hanno avuto il coraggio di denunciare, sono in protezione, ma senza un titolo di studio non potevano aspirare a un futuro libero: per loro, l’occasione per rimettersi in piedi è arrivata dall’iniziativa privata di Ansi, Associazione nazionale scuola italiana, e Multiversity, che hanno consegnato quattro borse di studio, simbolicamente nel giorno di San Valentino, nel ricordo di Giulia Tramontano, uccisa dal compagno mentre era incinta del piccolo Thiago. "Le borse di studio sono un aiuto per queste donne – commenta Imma Lascialfari, presidente Ansi Brescia – ma anche un messaggio per dire a tutta la società che non possiamo e non dobbiamo più accettare che una donna venga privata della sua dignità, dei suoi sogni, delle sue opportunità".
Proprio per questo era nato il Reddito di libertà, 400 euro al mese per un massimo di 12 mesi, introdotto nel 2020 dal Decreto Rilancio. Non tutte riescono ad accedere, perché i fondi stanziati non sono sufficienti: 465 le domande accolte in Lombardia (report Inps 2024) a fronte delle 6mila donne ospitate nei centri antiviolenza lombardi. Un problema destinato ad ampliarsi, visto che le vittime di violenza sono in aumento. "Nel 2024 rispetto al 2023 – ha fatto il punto l’assessora regionale Claudia Maria Terzi, a Brescia per la consegna delle borse di studio di Ansi – si è registrato un 20% in più di ricoveri in ospedale e un 18% in più di accessi al Pronto soccorso da parte di donne vittima di violenza, tra i 18 e i 39 anni". Per arrivare all’autonomia, servono casa e lavoro, sempre più difficile da trovare.
Federica Pacella