
Non convince la riforma della sanità lombarda che dovrebbe rafforzare l’integrazione tra ospedali e territori, introducendo Case e Ospedali della...
Non convince la riforma della sanità lombarda che dovrebbe rafforzare l’integrazione tra ospedali e territori, introducendo Case e Ospedali della Comunità e valorizzando i Distretti. Secondo il sondaggio fatto dall’Ordine dei medici di Brescia tra gli iscritti, la riforma, per come è disegnata, non funziona rispetto agli obiettivi da raggiungere, ovvero valorizzare la presa in carico sul territorio e migliorare la gestione dei pazienti cronici. Dalle risposte arrivate da 1.006 medici (pari al 12% degli iscritti totali tra città e provincia), emerge innanzitutto la scarsa conoscenza, da parte dei medici, della normativa sulla riorganizzazione della sanità territoriale: il 58% degli intervistati dichiara di averne una conoscenza superficiale o parziale. Quanto al giudizio, quasi il 42% la ritiene del tutto inutile o pensa sia poco probabile che porti a miglioramenti: la percentuale sale al 58% tra i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. I giudizi negativi sono superiori fra chi dichiara di avere una buona conoscenza delle norme (40,5% di pareri critici) o discreta (54,5%). A poco servirà, inoltre, trasformare medici di medicina generale e pediatri di libera scelta in dipendenti del Ssn.
Non solo critiche: per migliorare l’assistenza territoriale servono coinvolgimento e educazione della popolazione e dei pazienti, aspetti su cui c’è ampia disponibilità a essere coinvolti. "Noi vogliamo aprirci al confronto con le realtà sociali locali – ha spigato il presidente dell’Ordine, Germano Bettoncelli (nella foto) –. A oggi c’è poca relazione con la medicina di territorio. Con i sindaci non c’è interlocuzione costante, aspetto che vogliamo superare con un incontro con l’associazione comuni bresciani".
Federica Pacella